Taverna del Ferro, a Napoli Est aperto il cantiere: «Ora le nuove case»

Via alla realizzazione di 360 alloggi per le famiglie in attesa dal sisma dell’80

Taverna del Ferro aperto il cantiere: «Ora le nuove case»
Taverna del Ferro aperto il cantiere: «Ora le nuove case»
di Luigi Roano
Venerdì 2 Febbraio 2024, 23:51 - Ultimo agg. 4 Febbraio, 08:05
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C’è un’alba luminosa per chi abita nelle case di Taverna del Ferro a San Giovanni a Teduccio: dopo 44 anni è stato aperto il cantiere per nuovi 360 alloggi e trasformare quell’area degradata in un nuovo quartiere, non più un ghetto, ma un luogo a misura di persone, umano e sostenibile. Il rumore delle ruspe che stanno abbattendo i box-garage, ultima testimonianza di quello che era fino a ieri quel posto, e il volto degli operai che stanno recintando l’area sono la testimonianza tangibile della svolta.

«Entro il 2026 - spiega la vicesindaca e assessore all’Urbanistica Laura Lieto - ci saranno 360 nuovi alloggi, uno dei più grandi centro di Edilizia residenziale pubblica e subito dopo la demolizione si realizzerà il primo intervento di edificazione. Un progetto complesso e importante con interventi coordinati di demolizione ed edificazione con spostamenti e mobilità delle famiglie.

Un nuovo quartiere che ribalta la logica attuale per volere dei residenti che hanno chiesto di lasciarsi alle spalle le grandi dimensioni: saranno tutti edifici bassi con spazi comuni esattamente l’opposto dell’attuale configurazione». Andranno giù - nella sostanza - le cosiddette “stecche” ovvero quella fila orribile di palazzine sconclusionate che hanno trasformato un paesaggio a quattro passi dal mare in un inferno metropolitano, tirate su in fretta e furia dopo l’emergenza del sisma del 1980. Un progetto nel quale il Comune guidato dal sindaco Gaetano Manfredi ha creduto fortemente anche quando i fondi sembravano dovessero sfumare o diminuire nella riprogrammazione del Pnrr. Invece il quartiere ex novo si farà in due anni con 106,5 milioni, tutti fondi del Pnrr. 

La prima fase dell’intervento interessa l’area a nord dell’attuale insediamento dove verranno demoliti 84 box per fare spazio a nuovi edifici bassi, autosostenibili energeticamente, con orti urbani, nuovi servizi di prossimità e spazi attrezzati per il gioco e lo sport. Successivamente, completato il primo gruppo di nuove case, ci sarà il trasferimento delle famiglie che vivono nel fabbricato lato mare. Quest’ultimo sarà anch’esso demolito per far posto ad altri 180 alloggi nei quali andranno ad abitare quanti vivono nel fabbricato lato Vesuvio. Completati gli insediamenti abitativi, sarà demolito anche l’ultimo fabbricato nella cui area di sedime verranno realizzate opere a servizio del quartiere. «Il programma di rigenerazione urbana - fanno sapere da Palazzo San Giacomo - è realizzato grazie alle risorse dei Piani urbani integrati, che rientrano nella missione “Inclusione e coesione” del Pnrr, del Fondo

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Complementare che integra le risorse del Pnrr e del Fondo Pon Metro Plus per complessivi 106 milioni e 483mila euro. I nuovi alloggi saranno destinati alle famiglie che vivono nell’attuale insediamento e che risultano assegnatarie o occupanti che si sono registrate nel corso del censimento condotto dal Comune». Parola ancora alla Lieto: «C’è emozione perché questo momento arriva a valle di due anni di lavoro molto intenso, anche se è solo l’inizio di quel percorso di riqualificazione per cui gli abitanti hanno lottato. C’è tutto il senso del lavoro per noi che operiamo nelle Istituzioni: andare incontro ad una domanda complessa».

Che fine farà invece il murales di Maradona di Jorit simbolo di quelle palazzine e che tanto sta preoccupando i residenti? Manfredi ha incontrato Jorit e quello che è venuto fuori è che si farà un tentativo - è in atto uno studio - di smontare la parete dove c’è il murales e la ricostruzione della nuova opera dedicata a Maradona sempre nel quartiere di San Giovanni a Teduccio ma in un luogo diverso. Una ipotesi che sarà al vaglio di un tavolo per rendere Taverna del Ferro un quartiere destinato ad accogliere nuove forme di arte pubblica da inserire a pieno titolo nel progetto di rigenerazione urbana. Coinvolgere i residenti sul futuro del loro nuovo quartiere fa parte del modello di ricostruzione dello stesso. Per il Comune conservare il murale di Maradona «in sito» sarebbe operazione «tecnicamente complicata ed economicamente onerosa» perché l’opera è realizzata su una parete non intonacata e per preservarla si dovrebbe rinunciare alla costruzione di 40 abitazioni previste dal progetto di riqualificazione. Considerato il grande valore simbolico che il murale porta con sé, l'idea è appunto «costruire attorno all’icona di Maradona un ciclo artistico di rinascita collettiva, allo scopo di fare fronte pienamente al bisogno dei cittadini, rafforzando il legame con la figura di un calciatore simbolo per Napoli».

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