Napoli, in Galleria Umberto apre Starbucks: «Pronti alla sfida ma vogliamo decoro»

Una nuova scommessa per i locali lato Santa Brigida dopo lo stop alla trattativa con Mondadori

I locali che dovrebbero ospitare Starbucks in Galleria Umberto
I locali che dovrebbero ospitare Starbucks in Galleria Umberto
di Gennaro Di Biase
Martedì 24 Gennaio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 25 Gennaio, 07:21
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Il rilancio della Galleria Umberto non può essere scisso da un’accelerazione sul decoro del monumento. Oppure Starbucks potrebbe non arrivare nei locali dal lato di Santa Brigida. L’interesse del colosso mondiale della caffetteria c’è, è concreto e la trattativa è in fase avanzata. Tra dieci giorni arriverà una risposta definitiva sulla chiusura del contratto, più volte slittata negli ultimi mesi. Eppure - filtra dalla società dei proprietari degli immobili sfitti ormai da anni nel monumento del Risanamento partenopeo - Starbucks chiede alcune garanzie: maggiore sicurezza e maggiore decoro. Richieste condivisibili: i clochard, infatti, allo stato attuale delle cose hanno costruito vere e proprie villette di cartoni davanti a quelle che dovrebbero diventare le vetrine del caffè in stile americano.

Discorso un po’ diverso, invece, quello che ha portato allo stop della trattativa con Mondadori: sul mancato arrivo della libreria alla Umberto I peserebbe - raccontano ancora dalla società dei proprietari - la crisi di vendite del libro in altri punti vendita.

Starbucks e Mondadori: questi, dunque, i due grandi marchi interessati a occupare i locali dal lato di Santa Brigida nel primo salotto della città. 

Un totale di circa 1600 metri quadrati, che doveva essere così distribuito: l’80 percento della superficie occupato dal brand internazionale della caffetteria e il restante 20 percento degli spazi dal colosso dell’editoria nazionale. Per quanto riguarda Mondadori, appunto, la crisi del libro e delle librerie in città (con Chiaia che è rimasta praticamente senza punti vendita letterari, dopo il restyling di Feltrinelli) e i risultati non certo esaltanti degli incassi per chi commercia cultura nel Mezzogiorno (che copre meno del 10% del mercato nazionale, stando al report Aie), hanno portato a uno stop della trattativa. Quanto a Starbucks, è tutto ancora in piedi. Il pool di legali dell’azienda, al momento, sta studiando i contratti. Ma serve decoro, come confermano fonti vicine alla proprietà degli immobili, affinché l’affare - da centinaia di migliaia di euro d’affitto all’anno - vada in porto. Durante i sopralluoghi notturni, i dirigenti Starbucks hanno infatti scoperto il degrado portato dal villaggio degli homeless (alcuni dei quali tossicodipendenti e protagonisti di lanci di birra a fine ’22) e il caos generato dalle babygang. Perdere l’opportunità sarebbe un peccato, perché - ed è questa l’intenzione che ha mosso i proprietari nella ricerca degli affittuari - i grandi brand potrebbero affiancare Intesa Sanpaolo e Aicast nel pagamento delle spese della vigilanza notturna, il cui contratto andrà rinnovato in primavera. 

Intanto, sempre restando in tema di decoro e sicurezza, si aspetta l’ok da parte della Sovrintendenza per l’installazione dei cancelli mobili - voluti da Comune e Prefettura - per agevolare i compiti della vigilanza notturna privata. Palazzo San Giacomo, a giorni, dovrebbe presentare la proposta formale. Si aspettano novità anche sul restyling della pavimentazione ingolfata da transenne e distrutta da ogni lato, San Carlo compreso (l’operazione sul suolo sarebbe di competenza comunale, e ancora non è stato avviato nulla). Perdere investitori importanti come Starbucks, in questo scenario, equivarrebbe a uno stop pesante al piano di riqualificazione del monumento, specialmente nei mesi in cui un brand del calibro di Marriott International sta per aprire in zona via Verdi. Rilanciare la Galleria Umberto, in altre parole, significa rilanciare Napoli e, allo stesso tempo, elevare non di poco il target turistico della città.

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«Nonostante tutti gli sforzi e le promesse, la situazione non migliora - commenta il deputato di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli - Se non si procede velocemente a neutralizzare il degrado e gli atti di vandalismo portati avanti dai clochard e dalle babygang aggressive che occupano a tutte le ore il monumento, i grandi brand non arriveranno. E la devastazione del bene diventerà irreversibile. Sono stato recentemente a Milano, e tra la Vittorio Emanuele II del capoluogo lombardo e la Umberto I c’è un abisso, sebbene i monumenti siano praticamente gemelli. Un peccato constatare che, ancora oggi, la Galleria napoletana sia così indietro rispetto a quella del Nord Italia, sia dal punto di vista del decoro, sia dal punto di vista dell’indotto economico». 
 

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