Napoli, il prete che dialoga con Salvini: «Limitare gli arrivi»

Napoli, il prete che dialoga con Salvini: «Limitare gli arrivi»
di Luigi Roano
Lunedì 1 Ottobre 2018, 22:19
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La Curia gli ha chiesto di non commentare la visita che oggi riceverà in parrocchia, e non arriva uno qualsiasi, ma Matteo Salvini, ministro dell’Interno, vicepremier e leghista. «Una sorpresa inattesa» per don Vincenzo Balzano che si chiude a riccio tradendo un po’ di imbarazzo, parroco di frontiera alla chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio al Vasto, anzi, la polveriera Vasto. Con la più alta densità di immigrati in cerca di una nuova vita di tutta la città. Quattro centri Sprar uno attaccato all’altro, epicentro di una Napoli brutta, più confusa di quanto non lo sia già e pericolosa. Tanto che il quartiere si è scoperto all’improvviso assediato, impaurito e diciamola tutta, intollerante. Hanno ragione i residenti? O hanno torto? O sono semplicemente esasperati? 

IL PARROCO
Certo è che don Vincenzo, come lo chiamano tutti da queste parti, il sentiment dei residenti lo ha colto in pieno. Già ad agosto a Il Mattino ha confessato: «Non possiamo, noi piccolo quartiere, aiutare tutti quelli che vengono a Napoli. Se non abbiamo una strategia per l’accoglienza fa bene Salvini a limitare gli arrivi. Dobbiamo saper offrire qualcosa a chi arriva, quindi le istituzioni facciano subito il loro dovere per il Vasto ma anche per i poveri immigrati che non vengono integrati». A Salvini l’appello del prete non è sfuggito, così da vecchio bucaniere della politica la prima tappa che fa da ministro nella capitale del sud sarà in chiesa e in un luogo simbolo del degrado della città. Don Vincenzo nel corso di questi mesi ci ha messo del suo Per attirare le curiosità del ministro. «Le Istituzioni ci aiutino - ha dichiarato di recentissimo - perché non ne possiamo più. Voglio un presidio militare davanti alla nostra chiesa. C’è davanti al Duomo, in piazza Dante e altrove a maggior ragione deve esserci qui». Insomma i militari in via Milano perché «il solo passaggio della polizia con le auto non basta». 

LE CONDIZIONI
Una vocina sottile ma forte quando serve quella di don Vincenzo che scuote, forse pure per questo la Curia ha chiesto il silenzio. A Largo Donnaregina il flirt politico del parroco con Salvini non fa fare salti di gioia. Il parroco «obbedisce» tanto che trapela che all’incontro con il ministro lui ci sarà a una sola condizione: «Io e lui e nessuno più altrimenti non ci vado». Teme l’assalto dei parrocchiani don Vincenzo, desiderosi di vivere in maniera più tranquilla nel loro quartiere e che vedono nel ministro chi può esaudire il loro desiderio. Insomma, don Vincenzo non vuole trasformare Salvini in un salvatore della patria, almeno non vuole che ciò accada per intercessione - diciamo così - della parrocchia. Però al Vasto gli animi sono esacerbati e questa è una realtà che ha dovuto accettare finanche il sindaco Luigi de Magistris. Spaccio di droga, prostituzione, traffici umani biechi. «Gente che si spoglia e sta nuda in strada» fanno sapere i parrocchiani di don Vincenzo che invocano «rispetto». 

MANO TESA
É diventato un personaggio - forse suo malgrado - don Vincenzo. Tanto che cerca in questi giorni di togliersi da dosso l’ingenerosa etichetta che qualcuno gli h appiccicato addosso di «prete leghista». Per quelli del Vasto, di via Milano dove c’è la chiesa, don Vincenzo è una diga, un argine alla sopraffazione e guai a chi lo tocca. «Il quartiere è arrabbiato, non ho mai conosciuto un razzista in questi anni - racconta - Non bisogna confondere l’intolleranza verso la mancanza totale di regole, di civiltà, di decoro, di tranquillità, con il razzismo. A nessuno piacerebbe vivere in questo modo, neanche alla persona più accogliente del mondo». Parole di prete, certo, ma sembrano davvero uscite dalla bocca di Salvini. 
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