«Il capo del monitoraggio? Un ingegnere elettronico»

«Il capo del monitoraggio? Un ingegnere elettronico»
di Mariagiovanna Capone
Domenica 27 Agosto 2017, 23:55
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Se fosse un libro si titolerebbe «Veleni e vulcani». Tuttavia non siamo di fronte a un romanzo ma alla vita vera, basata su come nell’ultimo anno e mezzo l’Osservatorio Vesuviano, sezione napoletana dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, viene portato avanti. Sebbene l’Ov sia composto da professionisti di prim’ordine, ricercatori di indubbia competenza e che godono di stima internazionale, a capo della Sala Monitoraggio non c’è un sismologo, neanche un vulcanologo e neppure un geologo. Alla guida dell’organismo responsabile dell’andamento delle attività dei terremoti, da giugno scorso, è un ingegnere elettronico e informatico. Un ottimo ingegnere, con un curriculum impeccabile, ma pur sempre una persona senza alcuna competenza di vulcani e terremoti. Inquadrato come «tecnologo» ossia una figura inferiore al ricercatore, in passato era a capo dell’Unità Funzionale di Monitoraggio Geofisico, ossia si occupava dello sviluppo tecnologico e della manutenzione delle reti di monitoraggio. Il posto giusto per valorizzare le sue competenze tecnologiche. «Metterlo a capo della Sala Monitoraggio - sono le “voci di dentro” dell’Osservatorio - è assurdo. Perché non è fatta solo di apparecchiature, ma è il luogo dove si prendono decisioni sulla base della conoscenza dei fenomeni sismici e vulcanici. Lui non ha assolutamente questo background: mentre tutti quelli che in Italia si intendono minimamente di sismologia e vulcanologia sanno che la totalità dei terremoti di Ischia, compresi quelli devastanti, avvengono sotto Casamicciola, lui non lo sapeva, perché appunto sa di elettronica e informatica».

I ricercatori di via Diocleziano in questi giorni si sentono come messi in croce dalla brutta figura fatta loro malgrado e sputano il rospo. «Divulgare i dati definitivi dopo quattro giorni è un’assurdità per noi che maneggiamo dati ogni giorno e abbiamo dedicato la nostra vita alla ricerca. Siamo vittime di un comportamento che ci sta danneggiando e sta danneggiando un’Istituzione che non può e non deve essere messa in discussione per un errore nella gestione della sala in emergenza. Chi è fuori queste mura - ripetono gli studiosi - non può sapere che dopo il commissariamento sono stati volutamente allontanati dai ruoli di responsabilità tutte le professionalità più eccellenti che li ricoprivano». Il punto debole dell’Ov da allora è diventato proprio la Sala Monitoraggio. Ancor prima del direttore, Francesca Bianco, che dovrebbe essere l’ultimo grado di sicurezza, se qualcosa non funziona nella routine del monitoraggio è proprio il responsabile di questa unità a supervisionare e controllare le attività della sala. Il problema è che se questo responsabile non ha alcun curriculum in sismologia e vulcanologia appare chiaro che possono essere commessi errori.


Ed è proprio quello accaduto martedì sera: i due turnisti (un tecnico e una precaria immessa da pochissimo tempo nei turni serali) si sono trovati in difficoltà; il responsabile della Sala Monitoraggio non ha potuto aiutarli perché non sapeva nulla di Ischia e della sua sismicità; il direttore non è intervenuto.
Il suo intervento era atteso fin dalla prima localizzazione del terremoto, fatta dalla sala sismica dell’Ingv a Roma, che non disponendo in automatico dei dati delle nostre reti locali, l’ha ottenuta da stazioni lontane: ecco spiegata la profondità di 10 km (tipica dei terremoti appenninici), la localizzazione errata di qualche chilometro e la sottostima della magnitudo. Entro un’ora sarebbe stato però normale che il direttore intervenisse e, conoscendo le caratteristiche della sismicità di Ischia (poiché è il suo settore di competenza come si evince dal curriculum), prendesse la guida delle operazioni aiutando i colleghi a ottenere la localizzazione corretta. «Negli enti statali, come è l’Ov, esiste una funzione importantissima per chi dirige: la funzione sostitutiva. Impone al dirigente, in situazioni di emergenza in cui il subordinato non riesce ad assolvere il suo compito, di intervenire direttamente per svolgere tale compito. Questo però è venuto a mancare».
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