Tari, a Napoli 9 milioni di aumento: ma le strade sono sempre sporche

Tari, a Napoli 9 milioni di aumento: ma le strade sono sempre sporche
di Paolo Barbuto
Sabato 14 Agosto 2021, 00:00 - Ultimo agg. 15 Agosto, 11:00
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Le foto che vedete in questa pagina sono state scattate ieri tra piazza Bellini e piazza San Domenico Maggiore: nessun commento, giudicate voi qual è la situazione dei rifiuti. Con ineffabile tempismo, mentre scattavamo queste fotografie Palazzo San Giacomo pubblicava un documento ufficiale in cui la Giunta Comunale chiede al Consiglio di approvare un aumento di nove milioni di euro per la raccolta dei rifiuti in città.


Ovviamente non lanceremo allarmi su una crisi dei rifiuti che, attualmente, non c’è. Si tratta banalmente di degrado, di abbandono, sciatteria. Napoli in tante parti (oltre quelle che abbiamo fotografato nel centro storico) è nelle stesse condizioni, con cumuli sparsi a macchia di leopardo e difficoltà di raccolta intorno alle campane per la differenziata. Asìa di tanto in tanto provvede, talvolta finge di non vedere, altre volte spiega che la roba lasciata a terra va raccolta in maniera differente rispetto a quella abituale, sicché c’è bisogno di provvedimenti adeguati.

L’unica certezza è che Napoli non offre una sensazione di pulizia ed è ancora più grave oggi che i turisti stanno timidamente tornando a fare capolino in città.

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In mezzo a questa situazione, deflagra il documento diffuso dal Comune: i conti per stabilire il prezzo della tassa sui rifiuti per il 2020 erano manchevoli; all’appello mancano 9 milioni di euro che vanno spalmati su tre anni dal 2021 al 2023. Andranno ad appesantire la bolletta per la Tari che, a Napoli, è la seconda più alta d’Italia. Sulla base dell’ultima rilevazione disponibile (famiglia di 3 persone e casa da 100 mq), tra i capoluoghi di regione c’è Cagliari al primo posto con 481 euro l’anno seguita a strettissima distanza proprio da Napoli con 455 euro. A Milano, per fare un esempio, si pagano 333 euro, quasi il 30% in meno. A imporre quest’aumento, spiegano sindaco e assessori nel documento presentato al Consiglio Comunale, la determinazione del direttore generale dell’Ente d’Ambito Napoli 1.

L’Ente d’Ambito è una struttura varata nel 2016 dalla Regione sulla base di una norma nazionale. Si tratta di un ufficio che valuta gli investimenti in raccolta dei rifiuti e decide se sono congrui o vanno modificati.  Nel caso della città di Napoli quei conti sono manchevoli di 9 milioni di euro. Si tratta di una questione legata alla stagione del Covid: una norma nazionale ha imposto ai Comuni di non aumentare, nel 2020, la tassa sui rifiuti rispetto al 2019 per evitare di appesantire i bilanci delle famiglie. A Napoli, però, da un anno all’altro i costi sono aumentati, l’ha rilevato l’Ente d’Ambito che ha mandato una relazione al Comune chiedendo di adeguare il valore della spesa (a Napoli la Tari vale 139 milioni all’anno) e di spalmare quei nove milioni mancanti sui bilanci dei successivi tre anni.

Ma perché l’Ente d’Ambito chiede al Comune di aggiungere nove milioni al conto della raccolta dei rifiuti? È stato proprio il Comune di Napoli a chiedere di ratificare questo valore. Spiega l’Ente d’Ambito che Palazzo San Giacomo ha chiesto di autorizzare i maggiori costi già a dicembre del 2020 con queste due motivazioni: aumento del costo dello smaltimento a seguito di deliberazione del sindaco della Città Metropolitana di Napoli (cioè Luigi de Magistris) e maggiori oneri per la raccolta di cumuli di rifiuti dovuti a sversamenti illeciti.
 

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