Ucraina, Battisti: «La tentazione di Putin, far sfilare i prigionieri»

Ucraina, Battisti: «La tentazione di Putin, far sfilare i prigionieri»
di Mariagiovanna Capone
Sabato 16 Aprile 2022, 23:45 - Ultimo agg. 17 Aprile, 18:04
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C’è un giorno che rimbomba tra i corridoi del Cremlino: 9 maggio. In questa data la Federazione russa celebra la Giornata della Vittoria, in memoria della sconfitta della Germania nazista al termine della seconda guerra mondiale. Troppo importante per non considerarla una deadline del conflitto in Ucraina. Ne abbiamo parlato con Giorgio Battisti, alpino, generale di corpo d’armata, veterano dell’Afghanistan, oggi presidente della Commissione Militare del Comitato Atlantico Italiano.

Generale Battisti, la Russia ha accerchiato Mariupol e conquistato gran parte del Donbas: potrebbe annunciare la fine del conflitto il 9 maggio?
«Gli scenari possibili sono due e dipendono da quanto resisterà ancora Mariupol. È una città troppo importante per i piani di Putin per cedere proprio ora che sembra stremata da 50 giorni di continue pressioni, quindi farà di tutto per issare la bandiera russa per il 9 maggio e celebrare degnamente la Giornata della Vittoria.

Se ci riuscirà, oltre alla grande cerimonia a Mosca, a mio avviso farà sfilare a Mariupol le truppe russe coi prigionieri. Ci sarà cioè la parata degli sconfitti proprio come i russi fecero coi soldati tedeschi costretti a marciare per le vie di Mosca nel luglio del ’44».

Ripulirebbe i russi dagli enormi errori tattici commessi in questo conflitto ma umilierebbe gli ucraini.
«Esatto, per questo credo che Putin sia motivato a concludere su Mariupol, dando un segnale di forza sugli ucraini e dimostrando di aver tenuto fede ai suoi obiettivi, sebbene solo quelli minimi. Avrebbe ottenuto il controllo sul mar d’Azov, gran parte del Mar Nero (Crimea e Cherson) e di parte del Donbas. Se si accontenterà, ipotizzo che possa perfino annunciare che le operazioni militari sono concluse. Ma se Mariupol non sarà ancora in mano loro – situazione ormai difficile, poiché ci sono una-due sacche di resistenza - farà comunque una celebrazione di propaganda, sempre con prigionieri. Di certo non potrà mai dire di avere messo sotto controllo l’Ucraina».

È chiaro che conquistare Mariupol oltre che un obiettivo tattico è anche una questione di principio per Putin, tanto è vero che l’intelligence annuncia che i russi stanno facendo arrivare i bombardieri Tupolev con l’intenzione di sganciare le Fab-3000 e hanno fissato per lunedì un coprifuoco.
«Le Fab-3000 sono bombe ad alto potenziale usate per distruggere gli avversari in posizioni protette da fabbricati, cioè proprio dov’è la resistenza ucraina, rintanata nei cunicoli sotterranei vicino all’acciaieria Azovstal fortemente colpita nei giorni scorsi. Se sarà così, il battaglione Azov e la 336esima Brigata di fanteria di marina sarebbero spacciati».

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Nell’ultimo loro contatto hanno richiesto munizioni. Potrebbero arrivargli?
«Da Mariupol non si entra e non si esce. Far arrivare munizioni a questi uomini coraggiosi che dopo 50 giorni resistono ancora, sarà difficile. Il controllo del mare è russo, quindi quella via è impossibile, così come via terra. Ci potrebbero riuscire soltanto tramite elicotteri e voli notturni, che pare sia una particolare specialità degli ucraini, ma è una sfida dura. Zelenzky però ha annunciato di voler creare un corridoio per lanciare una controffensiva, per raggiungere la resistenza e aiutarli. Proprio su questo punto però vorrei evidenziare un fatto ormai conclamato di questo conflitto».

Quale?
«Questo è primo conflitto armato dove le azioni dell’avversario sono preannunciate. È la prima volta che accade. L’annuncio di Zelensky è un chiaro avvertimento per i russi che, nonostante tutte le difficoltà e superficialità condotte, sono quindi predisposti a resistere. Insomma quello di Zelensky è sicuramente un messaggio propagandistico ma fa sì che russi si preparino al contrattacco, se è vero che con l’aiuto dell’occidente potrebbe essere in grado di riconquistare Mariupol. Oppure è fumo negli occhi per attaccare i russi da un altro punto. Le prossime ore sono comunque decisive per l’una e altra parte».

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