Il Giro d'Italia torna a Napoli: l'arrivo sarà sul lungomare

Appuntamento il 12 maggio del 2024

Piazza Plebiscito
Piazza Plebiscito
di Gian Paolo Porreca
Venerdì 13 Ottobre 2023, 08:43 - Ultimo agg. 14 Ottobre, 07:42
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Ed allora, pur sempre rispettosi della incertezza suprema che avvolge di rito l' annuncio ufficiale - oggi, ore 18, RaiDue - del percorso del Giro che verrà...ed allora, pur sempre sobri più ancora che increduli dinanzi a quanto già ammantato di vero, ed allora, anche il Giro d' Italia del 2024 farà tappa a Napoli.

Sarà il terzo anno consecutivo, e di certo siamo stati aruspici propizi quando ne intuimmo una ipotesi coraggiosa già a maggio scorso, sul traguardo di via Caracciolo, ma il nostro beneamato ciclismo da sempre orgoglioso, e non per una festa comandata all'anno, della sua storia, sta qui a ricordarci che questo qui non è affatto un record. No, in una epoca dove il primato è evento quotidiano buono per i supporter di Plauto, il ciclismo memorabile ci ammonisce che non è mica un titolo assoluto, per Napoli, ospitare il Giro per tre anni di seguito. In altri decenni, e mica solo nell'anteguerra di Binda e Guerra, il Giro ha fatto tappa a Napoli per cinque o sei anni di seguito, ed è intrigante che il primato assoluto di tale sintonia sia ancora solo dei meno lontani anni '50. Si pensi, il Giro d' Italia, la più importante manifestazione di Italia a costo zero per lo spettatore - retorica facile o etica nobile ? - si fermò infatti a Napoli, senza soluzione di continuità, per ben 10 anni consecutivi, dal 1946 al 1955, da Ricci a Zucconelli...

Tant'è, ed oggi siamo consapevolmente qui. A fare festa per un dato di fatto che testimonia come le istituzioni napoletane e campane abbiano acquisito, e fatto proprio, il valore sentimentale e sportivo, se non il ritorno turistico ed economico, sull'onda inebriante delle reti Tv universali, del ciclismo maggiore.

Terzo anno a Napoli, e defilati dall'omelia, senza essere ripetenti per scarsa attenzione al terzo anno consecutivo per via Caracciolo - e questo sì che è invece un traguardo assoluto -, dal momento che gli arrivi del passato prediligevano più spartane, se non meno luminose, atmosfere: dallo stadio del Vomero, al Velodromo dell' Arenaccia. E via Caracciolo allora, dove già conoscemmo il Cipollini sontuoso del '96 e il Cavendish ruggente del 2013, confermerà nel disegno degli organizzatori quel suo destino emblematico di arrivo per antonomasia del Giro d' Italia.

Via Caracciolo, come i Campi Elisi a Parigi del Tour, tappa e sprint interlocutorio tuttora, in attesa hai visto mai, sarà l'infinito non leopardiano e non maradoniano di Napoli, di assurgerne nelle edizioni che verranno ad arrivo conclusivo, chissà. Non sarà un'avventura di planimetria locale, domenica 12 maggio 2024, la tappa di Napoli, a differenza delle due precedenti che videro nel '22 la passerella dei Campi Flegrei e l' edizione scorsa invece un percorso articolato nell'hinterland e il Chiunzi, e poi la costiera amalfitana e sorrentina, no.

Stavolta la carovana verrà dall'Abruzzo, da Avezzano, la terra nativa del più Masaniello ed irredento dei ciclisti che abbiamo conosciuto in vita, Vito Taccone, il prediletto caratterista al "Processo alla tappa" di Sergio Zavoli, nostro direttore a Il Mattino del '93, e discenderà verso il Lazio e la Riviera di Ulisse, fino ad entrare in Campania sulle rive del Garigliano, o forse del Volturno. Da Baia Domizia, fra Sessa Aurunca e Cellole, a Mondragone, la corsa costeggerà, il mare sulla destra, gli Aurunca Litora.

Prima di entrare, da Castelvolturno e Lago Patria, a Giugliano e nel territorio di Pozzuoli e dei già illuminati Campi Flegrei: Bacoli, Baia, Lucrino, Bagnoli... A Napoli, a via Caracciolo, si planerà dall' alto, si dice. Da via Petrarca e via Orazio, strade dei grandi poeti, Posillipo avaro di pace fra le ruote, una Laura da batticuore di lato per tutti, e una volata spasmodica per troppi. Ci sarà Viviani, ci sarà Milan, forse Dainese, chissà se torneranno De Gendt e Pedersen, gli ultimi vincitori. Chissà se correrà ancora Mark Cavendish, lo sprinter britannico del 2013, che un urrah al cielo ancora, a 38 anni, se lo coltiva di speranza. Per ciascuno di loro, e solo grazie a loro e al Giro, ragazzi sensibili alle foglie, noi e voi intanto ci saremo.

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