Metropolitana di Napoli al capolinea: convogli in officina e binari da rifare

Metropolitana di Napoli al capolinea: convogli in officina e binari da rifare
di Paolo Barbuto
Martedì 25 Febbraio 2020, 23:00 - Ultimo agg. 26 Febbraio, 15:33
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Ieri mattina la Linea 1 ha registrato la consueta emergenza quotidiana, due ore di servizio limitato alla tratta Piscinola-Dante. Negli ultimi cinque giorni (fino a ieri) sono state quattro le situazioni di crisi per la metropolitana di Napoli. Ovviamente non escludiamo che anche oggi, mentre sfogliate le pagine del nostro giornale, si siano verificati nuovi problemi: la legge dei grandi numeri dice che le probabilità sono elevatissime. I passeggeri un tempo erano arrabbiati, poi sono passati alla disperazione, adesso sono semplicemente rassegnati ma via social si sfogano e la parola più utilizzata è «vergogna».

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Mentre treni, scambi e alimentazione elettrica fanno i capricci, si presenta anche un’importante questione legata ai binari. L’Anm ha lanciato un’indagine di mercato per trovare un’azienda capace di “rincalzare” binari e scambi nel tratto fra Piscinola e Colli Aminei.

Rincalzare significa riempire nuovamente di pietrisco la parte che si trova al di sotto delle rotaie (ci perdoneranno i puristi delle ferrovie per la banalizzazione). La necessità di effettuare questa operazione si presenta quando i binari non hanno più il sostegno adeguato che dovrebbero avere, così si creano avvallamenti nella massicciata che mettono a rischio la corsa dei treni. La gravità della situazione dipende dal disallineamento dei binari e noi siamo certi che si tratti di problemi di entità estremamente lieve, anche perché se fossero guai più seri la Linea 1 verrebbe immediatamente bloccata per garantire la sicurezza di personale e passeggeri.

Ieri mattina il percorso della Metropolitana è stato limitato alla tratta Piscinola-Dante fra le 10 e le 13. I passeggeri abituali sanno che, quando scatta questo tipo di limitazione, significa che almeno un paio di treni si sono rotti e sono stati portati in officina per riparazioni. 

È accaduto esattamente questo, ieri. Di primo mattino sono stati messi in servizio otto convogli ma poi, nel giro di pochi minuti, due treni si sono guastati e sono stati riportati in deposito, così ne sono rimasti in servizio solo sei. Quando si riduce il numero di unità di trasporto, ovviamente si allungano i tempi di attesa alle fermate che si affollano all’inverosimile: motivi di sicurezza impongono, dunque, alla metropolitana di cancellare il passaggio in alcune stazioni perché i vagoni arriverebbero talmente colmi di viaggiatori da non poterne accoglierne altri, così la ressa diventerebbe insostenibile e i pericoli aumenterebbero a dismisura.

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Anche lunedì c’erano stati problemi analoghi. Treni guasti all’improvviso e metropolitana esclusa dalla stazione Dante fino a Garibaldi. In quel caso il disagio è durato una mezz’oretta in tutto. Solo che quella mezz’ora è andata dalle 7 alle 7.30 del mattino, quando le persone hanno bisogno della metropolitana per andare al lavoro (le scuole lunedì erano, fortunatamente, chiuse): ovviamente le proteste sono state estremamente vivaci anche in quel caso. Il giorno più nero, però, è stato quello di sabato scorso. La metropolitana è stata costretta a limitare la circolazione al tratto Garibaldi-Colli Aminei una prima volta intorno alla quattro del pomeriggio perché uno scambio a Piscinola era andato in tilt. Due ore di limitazione, poi la riapertura ma, dopo un’ora, lo stesso scambio s’è nuovamente bloccato e ha imposto un nuovo stop. La situazione ha esasperato i passeggeri che si sono rifiutati di scendere all’ultima stazione consentita e hanno “occupato” i vagoni per protesta.

Il giorno precedente, e siamo a venerdì scorso, un guasto alla centralina di alimentazione elettrica dell’Enel ha imposto il blocco totale dei treni per un’ora e mezza.  

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