Pompei, scavi sicuri ma il varco apre in ritardo. E i turisti restano fuori

Pompei, scavi sicuri ma il varco apre in ritardo. E i turisti restano fuori
di Susy Malafronte
Lunedì 25 Gennaio 2016, 01:16 - Ultimo agg. 01:19
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Pompei. Dopo la messa in sicurezza della colonna pericolante, gli ingressi al sito archeologico sono tornati accessibili a pieno regime. Così come annunciato nella tarda serata di sabato dal direttore generale della soprintendenza di Pompei Massimo Osanna, ieri il varco di Porta Marina Superiore è stato riaperto al pubblico. La colonna pertinente al portichetto di ingresso di una domus subito oltre l’antica via Marina, dalla quale nella notte tra venerdì 22 e sabato 23 dicembre si è verificato un distacco di una porzione in pietra lavica, è stata ingabbiata e non rappresenta più un pericolo per i turisti. Si potrebbe dire, dunque, che ieri tutto sia filato liscio. Se non fosse per un particolare: la riapertura dell’ingresso principale della città archeologica, che in alta stagione conta un flusso di visitatori tra le 8mila e le 10mila presenze, è avvenuta solo alle 13 dopo una mattina di disagi, perplessità e notizie contrastanti tra loro. 

Gli addetti all’ufficio informazioni e alle biglietterie, infatti, avevano avuto disposizioni diverse rispetto all’annunciata riapertura. Ai turisti che telefonavano per avere informazioni sugli ingressi disponibili veniva data questa risposta: «Porta Marina Superiore è chiusa fino a martedì. Gli altri ingressi di Piazza Esedra e Porta Anfiteatro sono aperti fino alle 15.30. Il sito chiude alle 17». Anche le guide avevano avuto la stessa indicazione: «Ci è stato detto che a Porta Marina è possibile solo acquistare i biglietti, mentre per accedere agli scavi bisognava andare al varco di Piazza Esedra». Per gli addetti alla vigilanza, poi, un ordine molto precisi: non far entrare nessuno da Porta Marina. Tanto è vero che giù ai varchi, dove sono posizionati i tornelli per i controlli dei biglietti di ingresso, non c’erano addetti della biglietteria. 

Per capire che la salita di via Marina era interdetta, comunque, non c’era bisogno di chiedere informazioni. Bastava volgere lo sguardo a quel grande telo bianco che copriva il passaggio verso il Foro, rimasto lì fino alle 13. Non c’erano operai al lavoro, né tecnici impegnati in controlli statici. Eppure la colonna era stata messa in sicurezza sabato mattina, subito dopo la segnalazione del dissesto da parte dei custodi. 
Porta Marina è stata riaperta soltanto all’arrivo del professore Osanna: Il soprintendente, ieri mattina, aveva impegni istituzionali che lo hanno portato lontano dagli Scavi. Solo quando è stato informato, intorno alle 12.30, che Porta Marina non era stata aperta come da lui annunciato, si è precipitato in soprintendenza per disporre l’immediata accessibilità del varco. Forse si è trattato di un malinteso; oppure il responsabile di turno agli Scavi, in assenza di Osanna, non ha voluto assumersi l’onere di aprire. Eppure le direttive del direttore generale erano state chiare: Porta Marina doveva essere praticabile. 

In attesa che si risolvesse il mistero, tra le 9 e le 13, i turisti hanno improvvisato una visita virtuale lungo Porta Marina Superiore. L’accompagnatore di un gruppo di giapponesi, in particolare, dalla balconata panoramica che affaccia sulla salita di via Marina ha illustrato a voce, chiedendo ai nipponici di giocare di fantasia, che oltre quel telo bianco c’erano le domus di Trittolemo e Romolo e Remo. La guida dagli occhi a mandorla ha, poi, detto che la chiusura del varco era dovuta ad una «colonna pericolante». Purtroppo quei giapponesi sono ripartiti prima delle 13, senza che nessuno gli dicesse - perché nessuno sapeva - che la riapertura di Porta Marina Superiore era imminente. Una occasione perduta: chissà se un giorno ritorneranno.
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