M5S insiste su Imposimato, consultazione lampo archiviata

M5S insiste su Imposimato, consultazione lampo archiviata
Sabato 31 Gennaio 2015, 04:10
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Claudio Marincola
Roma. «Se vogliamo sentire i nostri iscritti per sapere cosa ne pensano di Mattarella facciamo ancora in tempo: in due ore facciamo un sondaggio sul web». Alle 8 della sera in casa 5 stelle tutto sembra ancora possibile. Tutto e il contrario di tutto. Restare all'opposizione, votare quindi al quarto scrutinio il loro candidato di bandiera Ferdinando Imposimato, anche ieri il più votato (126 schede). Continuare il viaggio in solitario. Oppure farsi parte diligente, raccogliere l'appello di Renzi e sostenere il futuro presidente. In teoria - ma solo in teoria - la decisione era appesa all'assemblea dei parlamentari convocata a tarda sera. In realtà un post pubblicato sul blog grillino, un duro attacco a Mattarella che da ministro della Difesa avrebbe ignorato i danni mortali causati dall'uranio impoverito utilizzato dai nostri militari nei Balcani, aveva già indicato la linea. Confermata del resto anche da Carla Ruocco, uno dei 5 membri del direttivo, pochi minuti prima che iniziasse l'assemblea: «Il nostro candidato rimane Imposimato». A metà mattinata si era diffusa anche la voce che i 5 stelle avrebbero votato Mattarella al terzo scrutinio. Un'idea o meglio una provocazione lanciata da Tofano per bruciare il candidato dem, morta però sul nascere. È vero anche che per tutto il giorno gli ufficiali di collegamento del Nazareno hanno provato a sondare gli umori dei grillini. E che lo stesso pressing è stato esercitato su alcuni senatori ex 5 stelle ancora indecisi, ad esempio Francesco Campanella orientato a insistere su Rodotà anche nel 4°scrutinio. A spendersi sarebbero stati i dem Rosati e Giachetti.
«Vogliono Mattarella? Che se lo votino. Noi entreremo in ballo solo in caso di flop e si andasse al quinto scrutinio», è il ragionamento che si cela dietro l'intransigenza dei ”duri”. Una strategia votata alla trasparenza che finora si è rivelata perdente e spiega i tanti musi lunghi avvistati ieri in Transatlantico. Con le solite divisioni interne e le accuse rivolte al direttorio «per aver improvvisato» una linea inconludente. Accuse ai pupilli di Grillo e Casaleggio, Di Maio e Di Battista, al quale si rimprovera di aver nobilitato Bersani inserendolo «aggratis» nella rosa dei candidati proposti sul web al popolo grillino. Stoccate, veleni, autogol.
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