Pompei, assemblea selvaggia turisti in fila: è caos Scavi

Pompei, assemblea selvaggia turisti in fila: è caos Scavi
Sabato 25 Luglio 2015, 02:40
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Susy Malafronte
Pompei. Una nuova pagina nera agli Scavi. Storia dannata della Pompei archeologica: cancelli chiusi, 2mila turisti fuori. Il ministro Dario Franceschini su tutte le furie. Peggio ancora il soprintendente Massimo Osanna arrivato addirittura ad aprire di persona i cancelli e a richiamare in ufficio o a casa i funzionari per fare entrare i visitatori. È il colpo basso del sindacato dopo lo schiaffo subito giovedì con l'apertura nonostante una assemblea, l'ennesima in 30 anni alla faccia di turisti e del mondo che osserva. L'assemblea di ieri era stata annullata, visto che Osanna giovedì era riuscito a far aprire. Ma poi, ieri mattina, ecco la stilettata: improvvisa riconvocazione dell'assemblea e Osanna per un'ora con le spalle al muro per correre ai ripari, per non darla vinta agli avversari di questo infinito duello. Una notizia rimbalzata a Roma e in tutta Italia. Giovanni Puglisi, responsabile Unesco per l'Italia, sempre misurato, stavolta è lapidario: «Vergogna». Alla fine anche il ribelle sindacato locale sembra accusare il colpo: «Lavoreremo di più per tenere aperte anche le domus sbarrate». Un ripensamento con la protesta all'incontrario. Ma ormai il guaio è fatto.
Una giornata d'inferno cominciata alle 9 in punto, quando c'erano già centinaia di turisti pronti a entrare. Ma i cancelli bloccati con un grosso catenaccio. Nessuno si spiegava il perché. Non c'erano cartelli multilingue, come accade in caso di agitazioni sindacali. Le guide turistiche si sono agitate e preoccupate non sapendo come giustificare l'inconveniente agli stranieri. Gruppi coreani risaliti sul pullman e scappati Altri ad attendere sotto il sole. Rabbia e delusione. Lo stesso soprintendente Massimo Osanna ignorava che i custodi erano riuniti in assemblea e, pertanto, il sito avrebbe aperto non prima delle 11. Il professor Osanna, avvisato 9.30, e non era neanche a Pompei. Di corsa si è precipitato ad aprire i cancelli e a reclutare i funzionari archeologi.
«La chiusura dei cancelli – il commento arrabbiatissimo di Osanna - è stato un colpo basso e un comportamento irrispettoso nei confronti di centinaia di turisti non responsabili ed estranei a vicende interne all'amministrazione, giunti a Pompei per ammirare un patrimonio mondiale unico che l'Italia ha la grande fortuna di possedere. Nonostante la mia massima disponibilità al dialogo e a venire incontro alle esigenze dei sindacati – ha dichiarato ancora - ieri mattina, venendo meno alle garanzie che mi erano state riservate, gli scavi sono rimasti chiusi. Ho dovuto provvedere all'apertura dei cancelli. Quello di alcune sigle sindacali è un atteggiamento irresponsabile. Le esigenze legittime dei lavoratori sono da rispettare e tutelare, ma non si può continuare a mancare di rispetto al pubblico che è quello che garantisce il lavoro stesso di chi protesta. Il confronto richiesto dai sindacati con l'amministrazione e il Ministero non può diventare prevaricazione e ricatto a danno dell'immagine internazionale di Pompei e di tutto il paese nel mondo».
Usa parole forti anche il ministro Dario Franceschini che parla di un danno di immagine senza fine. «Un danno incalcolabile – dichiara il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo - che rischia di vanificare quei risultati straordinari raggiunti nell'ultimo anno che hanno rilanciato l'immagine di Pompei nel mondo. Non è possibile organizzare assemblee a sorpresa per impedire che il sito resti aperto con personale in sostituzione, con il risultato di lasciare centinaia di turisti in fila sotto il sole. Chi fa così fa del male ai sindacati, ai diritti dei lavoratori e soprattutto fa de male al proprio paese». Il ministro, poi, cerca di cancellare la nota negativa ricordando che questa sera Roberto Bolle si esibirà al Teatro Grande. «Questa è la Pompei di cui essere orgogliosi». È il tweet del ministro Franceschini che segue all'indignazione per la chiusura a sorpresa dei sindacati.
Per il neo governatore Enzo De Luca bisogna sanzionare «i colpevoli». «La chiusura dell'area archeologica di Pompei per un'improvvisa assemblea sindacale è una vergogna internazionale che danneggia l'Italia intera», afferma il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. «È doveroso chiedere scusa ai turisti rimasti fuori dai cancelli - prosegue De Luca - senza preavviso alcuno. Simili atteggiamenti sono una catastrofe che penalizza l'intero comparto economico a cominciare dai lavoratori addetti». «Metteremo in campo tutte le iniziative per sanzionare i responsabili dell'accaduto ed impedire in seguito che simili atteggiamenti creino danni rilevantissimi al futuro stesso di uno dei siti più ambiti ed attrattivi», conclude De Luca.
Anche Giovanni Puglisi dell'Unesco parla di danno immenso e striglia il governo affinché intervenga duramente. «I sindacati si vergognino per il danno immenso arrecato. Il Governo intervenga perché non si ripeta più. I diritti nel mondo del lavoro sono sacrosanti - ha dichiarato Giovanni Puglisi, presidente della Commissione Italiana Unesco - ma non possono essere esercitati a scapito di turisti e cittadini. Anche loro hanno il diritto di essere informati e non torturati sotto il sole cocente senza poter accedere agli scavi. Queste faccende sono di competenza del governo, che mi auguro intervenga affinché non si ripetano mai più», conclude Puglisi.
«Neanche i custodi grechi hanno chiuso il Partenone durante la crisi», a fare il paragone è Maurizio Maddaloni, il presidente della Camera di Commercio di Napoli. E il Codacons denuncia i sindacati alla procura e alla Corte dei Conti: «Hanno tenuto in ostaggio il sito archeologico». «Abbiamo deciso di portare nuovamente all'attenzione della magistratura la situazione assai grave legata al caos generato dalle assemblee sindacali», dichiara il presidente Codacons Carlo Rienzi.

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