Terracina, squalo di tre metri finisce nella rete dei pescatori che lo liberano in mare

Il grosso squalo pescato accidentalmente, liberato in mare. (Immag pubbl da Sei di Terracina se Su Fb)
Il grosso squalo pescato accidentalmente, liberato in mare. (Immag pubbl da Sei di Terracina se Su Fb)
di Remo Sabatini
Martedì 22 Giugno 2021, 15:23 - Ultimo agg. 15:30
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Deve essere stata senza dubbio grossa quanto inaspettata, la "sorpresa" capitata ieri, ai pescatori di un peschereccio della flotta terracinese mentre pesavano nelle acque di Ponza. Nella rete, infatti, si sono ritrovati un grosso squalo di tre metri che, fortunatamente ancora vivo e vegeto, era rimasto intrappolato. Così, con qualche timore e le immancabili foto di rito, diffuse sui social dalla pagina "Sei di Terracina se", l'equipaggio si è dato da fare per liberare lo squalo che, con qualche difficoltà, alla fine è tornato a nuotare nel suo mare. Protagonisti della vicenda che ha catturato l'attenzione dell'intero litorale laziale, il peschereccio Carlo Padre e un grosso esemplare di squalo capopiatto (Hexancus griseus). Lo squalo capopiatto, conosciuto anche come squalo vacca, nonostante le dimensioni che possono superare i quattro metri e mezzo di lunghezza, non ha un carattere aggressivo.

Pressoché innocuo per l'uomo, predilige le profondità alla superficie di mari e oceani che risale nelle ore notturne in cerca di cibo. Presente da sempre anche nel nostro Mediterraneo, non è più comune come un tempo a causa delle catture accidentali o meno che lo hanno fregiato del drammatico titolo di specie minacciata di estinzione. Anche per questo, la cattura accidentale con il corretto rilascio in mare successivo, è stata accolta con favore da studiosi e appassionati. Come la biologa Valentina Braccia che ha commentato: "Gli squali, così come altre creature del mare, sono purtroppo oggetto di pesca incontrollata e spesso insostenibile che sta significando la loro scomparsa da molte aree marine dove, fino a pochi decenni fa, erano comuni".

Tra le cause della caccia agli squali, quella legata alla ricerca di "squalene", idrocarburo contentuto nel loro fegato e ingrediente ancora assai apprezzato nella produzione di medicamenti così come nella cosmesi. Tutto, nonostante il suo corrispettivo vegetale, come quello derivante dalle olive, tanto per fare un esempio, sia già disponibile da diversi anni. 

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