Nuovi dettagli sul caso dell'omicidio della piccola Diana, la bambina di 18 mesi morta di stenti nella sua culla la scorsa estate, abbandonata in casa da sola dalla madre Alessia Pifferi. Durante l'udienza in tribunale a Milano che vede la 38enne accusata di omicidio volontario pluriaggravato, il capo della squadra mobile, Marco Calì, ha fornito nuovi elementi sullo stile di vita della donna: centinaia di euro spesi in corse in taxi per andare dal compagno, una limousine da oltre 500 euro noleggiata anziché festeggiare il battesimo della bambina, incontri a pagamento con uomini.
Il dirigente della mobile di Milano ha spiegato che dopo aver eseguito il fermo della donna, gli investigatori hanno esaminato le immagini delle telecamere presenti nella zona dell'abitazione della Pifferi, in via Parea a Milano e in quella dell'abitazione del compagno, a Leffe in provincia di Bergamo.
Gli investigatori hanno scoperto inoltre che in una determinata occasione la donna avrebbe noleggiato una limousine per trascorrere una serata romantica con il compagno, spendendo 536 euro. A una amica avrebbe detto che la limousine serviva per la festa di battesimo della piccola Diana, che si sarebbe dovuta tenere il giorno dopo a pranzo; in realtà, la mattina successiva la Pifferi chiamò un taxi privato da Leffe diretta a Milano, per poi tornare a Leffe alle 14. Segno che, ha concluso Calì, non ci fu alcun battesimo.