CASTELFIDARDO - Aveva appena pranzato con i suoi genitori, poi uno
strano malessere: «Non mi sento bene, vado a distendermi sul
letto in camera». E invece poco dopo lo hanno trovato
esanime, lì, sul suo letto. Se ne è andato
così, ieri verso le 14, Carlo Orlandoni,
l’imprenditore 37enne di Castelfidardo salito agli onori
della cronaca tre anni fa, accusato dalla Procura di essere il
responsabile della morte della squillo romena Adriana Mihaela
Simion, 26 anni, uccisa a coltellate in una villetta a Marcelli il
7 aprile 2013.
Viveva con il papà Gabriele e la mamma Paola in un
appartamento in via Toscanini, zona Fornaci, proprio accanto alla
caserma dei carabinieri di Castelfidardo. A trovarlo sul letto sono
stati proprio loro due, saliti in camera per accertarsi di quel
malore avvertito dal figlio dopo pranzo, che non sembrava nulla di
preoccupante. Invece Carlo non rispondeva più. Era
già morto quando sul posto sono accorsi i militi della Croce
Verde di Castelfidardo che, in un tentativo disperato di
salvataggio, oltre alla defibrillazione hanno fatto alzare
l’eliambulanza da Torrette. E’ atterrata vicino alla
sede della Croce Verde, ma è tornata indietro desolatamente
vuota, per Carlo non c’èra più nulla da
fare.
Stroncato da malore in casa a 37 anni
Era accusato dell'omicidio di una squillo
di Giacomo Quattrini
Lunedì 19 Settembre 2016, 05:35
- Ultimo agg. 11:59
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