Cortei, a Milano tafferugli alla manifestazione antifascista

Cortei, a Milano tafferugli alla manifestazione antifascista
Sabato 24 Febbraio 2018, 10:15 - Ultimo agg. 25 Febbraio, 08:26
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Tensioni tra manifestanti e forze dell'ordine al presidio antifascista di Milano. Un gruppo di partecipanti ha tentato di forzare un cordone di polizia al limitare di largo La Foppa per entrare in via Volta dando vita ad un corteo. Ne è nato un tafferuglio, durante il quale la polizia ha messo in atto una carica di alleggerimento, che avrebbe causato alcuni contusi.

I manifestanti, che hanno acceso alcuni lacrimogeni e fatto esplodere bombe carta, stanno scandendo slogan contro le forze dell'ordine, schierate in assetto antisommossa. Dietro allo striscione che apre lo schieramento degli antifascisti, i manifestanti si proteggono con alcuni gommoni gonfiabili di plastica. Alla manifestazione degli antifascisti, che non aveva il permesso di muoversi da largo La Foppa, sono anche presenti alcuni esponenti dei centri sociali.


Attimi di tensione si sono verificati anche in mattinata in centro a Milano, nel luogo dove Casapound tiene un comizio elettorale. Alcune decine di studenti sono saliti sul vicino monumento in piazza Cairoli, ma sono stati fatti scendere con la forza dalla polizia. Non si sono registrati feriti, ma qualche lieve contuso.

 

I ragazzi, una trentina, già stamani avevano pensato a un'azione nell'area in largo Beltrami, ma si sono resi conto dell'impossibilità di metterla in atto e hanno deciso un'azione dimostrativa, salendo sul monumento con uno striscione. La manifestazione però non era autorizzata e la polizia ha intimato loro di scendere. Al loro rifiuto, gli agenti sono intervenuti, senza cariche, trascinandoli giù mentre loro facevano opposizione tenendosi gli uni con gli altri per le braccia. Dopo essere stati sgomberati hanno dato vita a un corteo estemporaneo verso il Duomo scandendo slogan.

La passeggiata è terminata in piazza Cordusio, mentre i ragazzi cantavano Bella ciao e gridavano "siamo tutti antifascisti". «Dopo lo sgombero gli studenti si sono mossi in corteo per denunciare chi, dietro al motto "abbassiamo i toni" - hanno scritto sui social -, oggi ha concesso a Casapound, Lealtà e Azione, Lega e Fratelli d'Italia la piazza di Milano». «La Milano antifascista - hanno aggiunto - si riconvoca alle 14 in (via) Moscova».

Intanto in tarda mattinata era partito da via Padova, una delle vie simbolo della multiculturalità di Milano, il corteo di Fratelli d'Italia guidato da Giorgia Meloni. Lungo la strada è stata srotolata da un centinaio di attivisti una bandiera italiana di oltre 200 metri, tra la curiosità dei residenti stranieri e qualche protesta. «Riconquistiamo le nostre strade», lo slogan scandito dai manifestanti. Si è unita al corteo mentre degli altoparlanti diffondevano l'Inno di Mameli, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, che sta manifestando a Milano.

«Siamo qui con un Tricolore di 300 metri - ha affermato - e porteremo altri tricolori e le nostre bandiere in tutti i quartieri abbandonati dalla sinistra. Riprendiamoci le nostre città». Meloni e gli altri esponenti di Fdi hanno poi applaudito le forze dell'ordine schierate in assetto antisommossa in solidarietà con agenti e militari per le aggressioni subite. «Solidarietà ai carabinieri e alle forze dell'ordine - hanno detto Meloni e Ignazio La Russa -. Quello che abbiamo visto ieri da parte dei centri sociali, i soliti quattro cretini figli di papà, è una vergogna, noi i centri sociali li vogliamo chiudere», e «vogliamo sicurezza nelle strade, certezza della pena e la chiusura dei confini».

«Da una parte ci siamo noi di CasaPound che, nel pieno delle regole e della democrazia, ci candidiamo alle elezioni nazionali. Dall'altra parte abbiamo un'organizzazione anonima che non chiederà agli italiani di mettere un segno sulla scheda elettorale, ma che pensa di poter fermare con la violenza il nostro diritto di fare politica». Così il leader di CasaPound, Simone Di Stefano, ha iniziato il comizio in piazza Cairoli, a Milano. «L'argomento di molti partiti è la cancellazione di CasaPound - ha aggiunto davanti ad alcune centinaia di sostenitori-. L'ala violenta è fatta da pochi pupazzi, da cialtroni, da figli di papà in attesa di esser parcheggiati in qualche banca. Ma hanno preso una linea pericolosa. Hanno passato il segno. Il ministro dovrebbe guardare bene perché non è la prima volta che usano l'esplosivo. Ma non ce ne frega niente della guerra civile e del gioco degli opposti estremismi. È esattamente la logica che in questi anni ha permesso ai grandi poteri di governare, perché o si votava l'ordine costituito o la guerra civile». «Vi comunico - ha osservato - che non c'è alcuna guerra civile, si tratta di pochi stupidi annoiati e non cadremo nella provocazione. Ci andiamo a prendere il nostro milione di voti per entrare in parlamento».


 

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