Electrolux, i sindacati: «L'azienda vuole
tagliare i salari da 1.400 e 800 euro al mese»

Operai allo stabilimento della Electrolux di Porcia (Pordenone) in una foto d'archivio
Operai allo stabilimento della Electrolux di Porcia (Pordenone) in una foto d'archivio
Lunedì 27 Gennaio 2014, 19:24 - Ultimo agg. 28 Gennaio, 12:52
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L'Electrolux ha presentato, per i quattro stabilimenti italiani, secondo fonti sindacali, una proposta con un drastico taglio dei salari che porterebbe gli stipendi, oggi calcolati in 1.400 euro al mese a circa 700-800 euro. La proposta prevede un taglio dell'80% dei 2.700 euro di premio aziendali, la riduzione delle ore lavorate a 6, il blocco dei pagamenti delle festività, la riduzione di pause, permessi sindacali (-50%) e lo stop agli scatti di anzianità.



Per far sopravvivere gli stabilimenti di Susegana, Porcia, Solaro e Forlì, secondo quanto si apprende dai sindacati impegnati nella riunione a Mestre, il gruppo svedese ha lavorato ad una proposta che punta a ridurre gli attuali 24 euro di costo orario di 3-5 euro medi, così da ridurre il gap con il costo del lavoro in Polonia, dove gli operai di Electrolux percepiscono 7 euro l'ora.



Stando sempre a fonti sindacali, se il piano non dovesse essere accettato verrebbero bloccati gli investimenti che il gruppo avrebbe intenzione di fare in Italia. Per discutere la proposta sono state già convocate per domani assemblee dei lavoratori, ma contestualmente si profilerebbe anche uno sciopero delle maestranze.



«Electrolux ha presentato un piano che è sostanzialmente irricevibile ed impedisce alla parte sindacale di proseguire il confronto con l'azienda - afferma, in una nota, Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, dopo l'incontro tra sindacati e Electrolux -. Per quanto ci riguarda - conclude - questo è il tempo della lotta

dura e ad oltranza. Il governo, se c'è, almeno si faccia sentire».



«La soluzione per la Electrolux è una soltanto: mantenere il manifatturiero qui e tenere aperti tutti

i quattro gli stabilimenti italiani». Lo ha detto la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. «Mi aspetto - ha aggiunto Serracchiani - chiarezza da parte dell'azienda e soprattutto che finalmente il Governo intervenga, che apra il tavolo di trattativa e permetta a istituzioni e parti sociali ed alle categorie ed anche all'azienda di confrontarsi per trovare una soluzione, che è una soltanto».



«Il problema è che i prodotti italiani in tutto il campo dell'elettrodomestico sono di notevole qualità ma risentono di costi produttivi superiori a quelli dei nostri concorrenti». Lo ha sottolineato il ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato. «Sentiamo che proposta emerge», ha aggiunto, rimarcando l'impegno a «dare una mano a un comparto

strategico per la nostra industria».