Giulia Cecchettin, la lunga agonia: una ventina di coltellate, fatale quella al collo. Alcuni fendenti hanno reciso le arterie

Fatale il colpo al collo. Quando è arrivata al lago di Barcis la 22enne era già deceduta

Giulia Cecchettin, la lunga agonia: una ventina di coltellate, fatale quella al collo. Alcuni fendenti hanno reciso le arterie
Giulia Cecchettin, la lunga agonia: una ventina di coltellate, fatale quella al collo. Alcuni fendenti hanno reciso le arterie
di Gianluca Amadori
Sabato 2 Dicembre 2023, 01:12 - Ultimo agg. 07:12
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Ad uccidere Giulia Cecchettin è stata una profonda ferita da coltello al collo che ha reciso le arterie basilari, partendo da dietro l’orecchio sinistro e proseguendo verso la parte posteriore della testa. La ragazza, insomma, è morta dissanguata. I primi esiti dell’autopsia confermano quanto evidenziato dall’esame esterno effettuato sabato 18 novembre, nell’immediatezza del rinvenimento del corpo senza vita della studentessa ventiduenne di Vigonovo, in una scarpata vicino a Piancavallo: non è stata infatti riscontrata alcuna frattura cranica conseguente alla caduta registrata dalle telecamere nella zona industriale di Fossò.

Il medico legale incaricato dalla procura di Venezia, Guido Viel, dell’Istituto di medicina legale di Padova, ha lavorato fino a tarda sera, ieri, coadiuvato dal consulente designato dai familiari della vittima, il professore triestino Stefano D’Errico, direttore di Medicina legale dell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina, e la dottoressa milanese Monica Cucci, nominata dal difensore dell’indagato, l’avvocato Giovanni Caruso.

Il professor Stefano Vanin, esperto in insetti, la cui analisi potrà risultare utile per accertare l’ora della morte, si è limitato ai prelievi di sua competenza e ora dovrà effettuare le analisi necessarie. La situazione è complessa e le accurate verifiche sono proseguite fino alle 21 circa: il dottor Viel è conosciuto come un esperto molto accurato e scrupoloso e dunque è probabile che aspetti il risultato degli ulteriori accertamenti ritenuti necessari per fornire risposte definitive. Risposte dalle quali dipende la direzione che prenderanno le indagini, con particolare riferimento alle possibili aggravanti (tra cui la premeditazione) ma anche in vista di una probabile richiesta di perizia psichiatrica da parte della difesa.

NUMEROSE FERITE

Per il momento l’autopsia ha confermato che le ferite da coltello sul corpo di Giulia sono numerose, una ventina, alcune delle quali profonde, ma altre superficiali, gran parte delle quali alla testa e al collo. Scenario che fa pensare ad una reazione scomposta di Filippo Turetta, più che ad un piano preordinato di uccidere. Nessuna coltellata è stata diretta al torace o all’addome. Ma è presto per arrivare a conclusioni. Quasi certamente la ragazza era ancora viva quando Filippo l’ha caricata sui sedili posteriori della sua Fiat Punto, a Fossò, dopo averla ricorsa e fatta cadere a terra. Le coltellate potrebbero essere state inflitte successivamente, proprio all’interno della vettura. Circostanza che soltanto Filippo potrà confermare o smentire, spiegando cosa è accaduto. All’interno dell’auto è stato rinvenuto del nastro adesivo, e un pezzetto di scotch è stato trovato dagli investigatori anche a Vigonovo, vicino a casa di Giulia, luogo dove è avvenuta la prima fase dell’aggressione, testimoniata da un residente che ha sentito le urla della ragazza e ha chiamato il 112.

LA FUGA

Giulia ha cercato di sottrarsi all’ex fidanzato, ha cercato di fuggire, come mostrano le immagini riprese dalle telecamere di un’azienda di Fossò. Probabilmente la ragazza ha reagito anche dopo essere stata caricata sui sedili posteriori dell’auto dall’ex fidanzato, a seguito della seconda fase dell’aggressione, e le lesioni fatali potrebbero essere avvenute proprio in quel momento, in una fase convulsa, avvenuta all’interno della vettura. Se così fosse, la difesa potrebbe avere qualche spazio per cercare di far passare la tesi che non di omicidio volontario si tratta, ma di un omicidio preterintenzionale, molto meno grave. Ovvero che Turetta non aveva intenzione di uccidere Giulia e che la situazione gli è sfuggita di mano. Resterebbe da spiegare, però, per quale motivo avesse portato con sé due coltelli, nastro adesivo e i sacchi della spazzatura poi rinvenuti accanto al corpo della ragazza, nella scarpata vicino a Piancavallo.

 

Per il momento è possibile soltanto formulare ipotesi, in attesa che gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Andrea Petroni, finiscano di raccogliere tutti gli elementi. Di grande rilievo, ad esempio, saranno gli accertamenti sui reperti rinvenuti all’interno della Punto di Filippo, dalle tracce di sangue, ai cellulari. Non appena la vettura arriverà in Italia, tutto il materiale sarà sottoposto alle analisi dei laboratori del Ris di Parma, assieme ai reperti già rinvenuti nel piazzale di Vigonovo, teatro della prima fase dell’aggressione, tra cui la lama di un coltello da cucina (senza manico) e le tracce di sangue sull’asfalto. Le indagini sono all’inizio e la procura procede con grande cautela perché ogni passo è di estrema importanza per arrivare alla verità.

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