«Sono assunta a tempo indeterminato dallo Stato. E, contemporaneamente, lo Stato mi paga la disoccupazione. Sono soldi che non mi spettano, da un anno sto cercando di restituirli e non so più come fare». Vania Sartorel dopo 18 anni di precariato è diventata docente di ruolo della scuola primaria. Ma la stabilità lavorativa ha avuto un colpo di coda davvero imprevisto: l’Inps continua a mandarle l’assegno di disoccupazione. Che dovrà restituire e le impatta nella dichiarazione dei redditi. Un ginepraio da cui pare non uscire. «Ho scritto alla presidente dell’Inps: mi rispondono che è tutto a posto. Dopo 12 mesi così ho deciso di portare alla luce la mia storia. Voglio continuare a dormire sonni tranquilli e soprattutto non voglio soldi che non mi spettano». Così la donna si è rivolta ad Adico per riuscire a far sospendere la Naspi (Nuova assicurazione sociale per l’impeigo).
ONESTA’ E INEFFICIENZE
Nell’Italia dei furbetti ecco una storia di “insolita” onestà che può trasformarsi quasi in un boomerang. La vicenda ha per protagonista un’insegnante 45enne residente a Mogliano Veneto, che da circa un anno chiede all’Inps di sospenderle l’assegno di disoccupazione perché non dovuto, dato che lei da settembre 2020 è stata riassunta a scuola, ma questa volta con un contratto a tempo indeterminato. Nulla da fare: la Naspi continua ad essere accreditata nel conto corrente dell’insegnante tanto che la donna si è ritrovata a pagare nella dichiarazione dei redditi 1.400 euro di tasse relative proprio all’assegno di disoccupazione.
«NESSUNA ANOMALIA»
L’Inps, però, non dà seguito alla domanda e continua ad accreditarle la disoccupazione. La donna non smette di segnalare l’anomalia alla sede di Treviso e chiede pure un incontro per correggere l’errore. All’appuntamento, però, le viene spiegato che lo sbaglio è stato corretto già a settembre e che è tutto in ordine. Eppure quei soldi continuano ad arrivare al suo conto corrente. «Il caso che stiamo seguendo è un racconto di onestà ma anche di inefficienze -afferma ancora Garofolini- Non capiamo come mai l’ente insita nel proprio errore visto che è stato segnalato dalla diretta beneficiaria. In ogni caso la nostra socia è più che intenzionata a restituire tutto, ed è per questo che si è affidata a noi».