Infarto nella casa delle vacanze, addio al fisioterapista Giovanni Tresca: aveva 61 anni

Infarto nella casa delle vacanze, addio al fisioterapista Giovanni Tresca: aveva 61 anni
Infarto nella casa delle vacanze, addio al fisioterapista Giovanni Tresca: aveva 61 anni
di Stefano Castellani
Martedì 9 Agosto 2022, 10:30 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 01:29
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La chiesa di Santa Maria del Soccorso al Cimitero dell'Aquila gremita di colleghi, studenti, amici, ex compagni di basket e parenti nonché un applauso all’uscita del feretro, per salutare ieri il 61enne Giovanni Tresca, stimato fisioterapista della Asl e docente in convenzione all’Università. Fatale un infarto che lo ha colto nel suo appartamento, mentre era in vacanza ad Alba Adriatica. Lascia la moglie Arianna, i genitori Leo e Rossana, i fratelli Luca e Andrea. Da ragazzo è stato un buon giocatore di pallacanestro nella fila della Pgs Oratoriana, come i suoi fratelli. Per anni i suoi genitori sono stati dirigenti del sodalizio. Tresca ha fatto parte dell’equipe, all’interno del reparto di Medicina riabilitativa dell’ospedale, di un percorso specifico per i pazienti colpiti dal virus guariti clinicamente, ma che devono riprendersi fisicamente perché fortemente debilitati dalla malattia.


Sono numerosi i messaggi di cordoglio arrivati alla famiglia.

Hanno fatto sentire la loro vicinanza alla famiglia Tresca il personale del reparto di Malattie infettive dell’ospedale, i colleghi fisioterapisti, i medici, gli infermieri e il personale dell’Unità operativa complessa di medicina riabilitativa che «si stringono, costernati, alla famiglia del caro Giovanni», l’ordine Tsrm-Pstrp Abruzzo (la Federazione collegi professionali tecnici sanitari di radiologia medica) e gli amici della 5B del Liceo scientifico “Bafile” «Ciao Giovanni». Il dottor Giorgio Spacca, che dirige il reparto di Medicina riabilitativa scrive: «Ciao Giovanni, siamo addolorati e ancora increduli. Abbiamo lavorato insieme per anni e condividendo tanto tempo si diventa una grande famiglia. Come in tutte le famiglie, spesso si discute e ci si scontrava, ma poi l’affetto aveva ed ha, sempre la meglio su tutto. Perdiamo un collega preparato e stimato, un grande professionista e un amico. Ci mancherà il tuo modo particolare di salutare e i colleghi sanno di cosa parlo, i tuoi sorrisi, le tue battute e anche i tuoi rimproveri. Buon viaggio caro Giovanni. Credo di interpretare il pensiero di noi fisioterapisti e dei colleghi tutti».

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