Un tempo nel Far West c’era la febbre dell’oro. Ora a Roma Nord c’è quella del litio, minerale essenziale per le batterie dei cellulari e delle auto elettriche. In un pozzo di Cesano (di quelli usati in passato per l’energia geotermica) i valori che sono stati trovati sono così interessanti che oggi c’è chi punta tutto su questa nuova corsa ai metalli nella periferia della Capitale. Ma Cesano non è la frontiera del vecchio West americano: non ci sono cowboy con pistole e saloon dove riposarsi dopo un giorno di ricerca affannosa di pepite del moderno oro bianco. Questa volta è la scienza a dire come e dove scavare. E proprio le vecchie indagini sono utilissime per cercare di individuare le zone esatte. A oggi due sono i permessi di ricerca assegnati: uno ha coinvolto la tedesca Vulcan e l’altro la italo-australiana Energia Minerals, impresa che già in alcune Regioni del Nord Italia sta puntando su zinco, nickel, rame e argento.
Il primo permesso di ricerca riguarda il Comune di Campagnano e coinvolge 1.146 ettari di terreno. Il secondo, nella frazione di Galeria, tra i Comuni di Roma (XIV Municipio) e Anguillara Sabazia, è quasi il doppio più grande: 2.046 ettari. Le indagini che sono state autorizzate non avranno un impatto diretto sull’ambiente. I pozzi già ci sono: si tratta di quelli che vennero realizzati tra gli anni Settanta e Ottanta. Quindi, saranno sfruttate le attività che quaranta o cinquanta anni fa fecero grandi imprese come Enel ed Eni. È qui che i ricercatori dovranno capire se quei numeri individuati in passato sono ancora di interesse proprio per le attività estrattive. I permessi tengono fuori i parchi e le zone d’interesse ambientale. Marcello De Angelis, geologo e amministratore di Energia Minerals, spiega che nel pozzo di “Cesano 6” il litio è presente in 380 parti per milione.
«È un contenuto di alto interesse.