Gianni Guidi morto in casa nel 2018 e dimenticato nell’indifferenza: «Assurdo che nessuno se ne sia accorto per 6 anni»

Il dramma del 71enne di Ancona

Gianni Guidi morto in casa nel 2018 e dimenticato nell’indifferenza: «Assurdo che nessuno se ne sia accorto per 6 anni»
​Gianni Guidi morto in casa nel 2018 e dimenticato nell’indifferenza: «Assurdo che nessuno se ne sia accorto per 6 anni»
di Andrea Maccarone
Domenica 7 Gennaio 2024, 11:17 - Ultimo agg. 13:20
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ANCONA Il dramma della solitudine, certo. Ma dietro la morte in casa del 71enne, nella più totale inconsapevolezza, o indifferenza dei condomini del palazzo, c’è anche il dramma relazionale che affligge più ampiamente la società. Gianni Guidi è stato ritrovato venerdì dai vigili del fuoco dentro la sua abitazione di via Urbino 4, ad Ancona. Riverso sul suo divanoletto in salotto. Dal corpo mummificato, il decesso potrebbe addirittura risalire a 5 anni fa. Ulteriore indizio sopraggiunto ai carabinieri, che stanno analizzando bollette e corrispondenza, è fornito dal calendario ritrovato in casa datato 2018. Ma sarà l’autopsia di domani a fornire maggiori dettagli. 


I condomini 

I vicini di casa non si sono mai accorti di nulla. «Lo vedevamo poco, andava spesso a Roma» dice Italo Donzelli che con la moglie Anna Maria Gambella abita al primo piano dello stabile.

L’appartamento era di proprietà dei nonni. Poi, da bambino, il trasferimento a Roma con i genitori e il fratello minore Marco. Ma Gianni è sempre rimasto affezionato alla sua città natale, e tornava ogni volta che poteva. Fino a frequentare più stabilmente quell’appartamento da un po’ di anni. Sicuramente con maggiore frequenza dal 2017, data della morte della mamma. Il papà, invece, era già scomparso tempo addietro. Con il fratello Marco i rapporti non sono mai stati facili. Tutt’altro. «Non ci sentivamo da circa 7-8 anni - racconta -. Non andavamo molto d’accordo». Ma l’affetto per un fratello resta lo stesso, anche nelle difficoltà. «Possibile che nessuno si sia accorto di niente?» non si da pace Marco Guidi.

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Il sospetto 


Così, circa una decina di giorni fa, in occasione delle festività natalizie, Marco ha tentato di rimettersi in contatto con suo fratello. «Il cellulare sempre spento - continua il racconto -. L’ultima volta che ci siamo parlati mi disse: quando vuoi vienimi a trovare. Non avendo sue notizie ho preso il treno e sono venuto ad Ancona». Un trolley e una busta di plastica con un po’ di alimenti all’interno. Entrambi rimasti appoggiati fuori della porta di casa di Gianni. «Era diplomato geometra - riprende il fratello - ha lavorato a Roma, ma si è dato da fare anche ad Ancona». Il terribile sospetto che qualcosa gli fosse successo l’ha assalito una volta arrivato davanti al portone di casa. Al telefono nessuna risposta. Al campanello nemmeno. Quindi l’altro giorno ha pensato di infilare sotto la porta dell’appartamento un bigliettino con un messaggio e il numero di cellulare a cui poter richiamare. Anche questo tentativo andato a vuoto. Così la telefonata ai soccorsi e la drammatica scoperta. «Ci eravamo solo accorti che la buca delle lettere era sempre piena» rammenta Fiorisa Aringoli, inquilina dell’ultimo piano . E solo un grande e inquietante silenzio.

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