Ragazzo ucciso a Roma, caccia al killer
Sfuma la pista dell'errore di persona

Edoardo Sforna (foto Luciano Sciurba)
Edoardo Sforna (foto Luciano Sciurba)
Giovedì 25 Agosto 2011, 11:18 - Ultimo agg. 15 Marzo, 23:33
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ROMA - C’ da individuare il movente e da chiarire la dinamica dell’omicidio di Eduardo Sforna, il diciottenne ucciso marted sera in una pizzeria a Morena, alla periferia sud di Roma. In particolare i carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati attendono l’esito dell’autopsia, per stabilire l’esatto svolgimento dell’agguato mortale.



Sforna potrebbe essere stato colpito anche da un proiettile alla gamba e non solo da quello mortale al torace. Un’ipotesi è che l’assassino non intendesse uccidere il giovane, ma solo sparargli alle gambe. Il colpo mortale potrebbe essere finito al petto per errore. In questo caso si prospetterebbe il reato di omicidio preterintenzionale.



C’è anche da capire se Sforna abbia tentato o meno di scappare quando ha visto avvicinarsi l’assassino con il casco in testa e la pistola in mano. Sembra che il diciottenne sia stato preso completamente di sorpresa dagli spari, mentre si trovava seduto all’esterno della pizzeria dove lavorava come fattorino, al primo piano del centro commerciale Casal Romano. Anche su queste ipotesi bisognerà attendere i risultati dell’autopsia e dei rilievi compiuti dagli esperti dei carabinieri.



Sforna non sarebbe stato comunque vittima di un errore di persona. Il pm Barbara Sargenti, titolare del fascicolo per omicidio volontario, ha sentito oggi due testimoni oculari che hanno ricostruito la dinamica dell'omicidio. Allo stato non si segue una pista precisa. Gli investigatori non possono contare neanche su immagini delle telecamere. Il centro commerciale in cui è avvenuto l'omicidio è infatti sprovvisto di un sistema di videosorveglianza. Non risulta inoltre agli investigatori che uno dei killer abbia pronunciato il nome di Sforna prima di aprire il fuoco.



Per quanto riguarda il movente dell’omicidio, le indagini si muovono in varie direzioni. Si va dalla vita privata del giovane a sue possibili frequentazioni pericolose, soprattutto legate agli ambienti dello spaccio della droga. Finora, però, tutti gli elementi raccolti dai carabinieri confermano il profilo di un bravo ragazzo, la cui famiglia viene definita «molto a modo». Eduardo potrebbe però essere finito in contatto con soggetti pericolosi senza rendersene conto a pieno. I carabinieri stanno sentendo i parenti e gli amici del giovane, che era fidanzato con la figlia di un poliziotto, per mettere a fuoco nei dettagli la sua vita privata.



I genitori: scambio di persona. Uno scambio di persona, non era Edoardo Sforna il ragazzo che l'assassino voleva uccidere martedì sera a Roma. È l'unica ipotesi che riescono a fare i genitori del diciottenne. Antonio e Marina Sforna - racconta chi gli ha fatto visita nella villetta a poche centinaia di metri dal luogo del delitto - sono distrutti dal dolore e non sanno darsi una spiegazione della fine del loro unico figlio. «Si affidano a quanto gli dicono i carabinieri - racconta al telefono lo zio di Edoardo, il fratello del padre -. L'unica spiegazione per loro è quella di uno scambio di persona».



Amico della vittima: impossibile pensare che qualcuno lo volesse uccidere. «Probabilmente è stato uno sbaglio, uno scambio di persona. Non è possibile che volessero ammazzare Edoardo: era sempre amichevole e pronto a dare una mano a tutti, lo conoscevano tutti a Morena». A parlare è Simone, che si definisce «il migliore amico» di Edoardo Sforna, il diciottenne ucciso martedì sera a Roma. I due si conoscevano da quattro anni e uscivano assieme quasi tutti i giorni.



Il ragazzo è venuto stamani con la madre a trovare i genitori dell'amico, Antonio e Maria, che sono chiusi nella casa multifamiliare a due piani di via Casal Morena, a poche centinaia di metri dalla pizzeria dove è avvenuto l'agguato. Simone è andato subito da Edoardo, martedì notte, in ospedale quando ha saputo cosa era successo. «Non ci volevo credere quando mi hanno detto che gli avevano sparato - dice -. Poi ho saputo che dovevano operarlo e pensavo che ce la facesse». La madre di Simone ha appena visto i genitori di Edoardo ed è commossa.



«Era un ragazzo d'oro, veniva sempre da noi a casa - afferma - non sono assolutamente vere le cose che qualcuno ha scritto sulla droga e altro. Per me può essere stato solo uno scambio di persona o magari qualcosa nato da un diverbio per strada». «Edoardo non mi ha mai detto di aver litigato con qualcuno o di aver incontrato qualcuno che l'aveva minacciato, era tranquillo - riprende Simone - al massimo mi diceva che doveva sgridare qualcuno che faceva i tuffi nella piscina dove lavorava. Da qualche tempo stava con Elisa, anche lei è una ragazza normale, come noi, non frequentava brutta gente. Non credo proprio al movente passionale».



Sul luogo dove l'assassino ha sparato a Edoardo, davanti a una pizzeria del centro commerciale Campo Romano, qualcuno ha lasciato un mazzo di fiori. Sul biglietto c'è scritto: «Ancora non ci credo, purtroppo è vero, ma non posso crederci. Ti ricorderò sempre con il sorriso sulle labbra, pronto ad aiutare a tutti. Non ho più parole davvero. Ciao Dodo! Daniele N.».
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