Roma, agguato a Don Coluccia: un uomo prova a investire il prete anti-clan. La scorta lo salva sparando

Il ministro Piantedosi ha telefonato al prete anti spaccio. Il poliziotto è ricoverato al policlinico Casilino

Roma, agguato a don Coluccia: un uomo prova a investire il prete anti-clan. La scorta lo salva sparando
Roma, agguato a don Coluccia: un uomo prova a investire il prete anti-clan. La scorta lo salva sparando
Martedì 29 Agosto 2023, 20:03 - Ultimo agg. 30 Agosto, 15:06
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La passeggiata in quel quartiere da anni roccaforte dello spaccio. Il megafono alla mano, come sempre, per farsi sentire e provare a portare dall’altra parte della “barricata” chi con la droga si è rovinato la vita. Parla a loro, da tempo ormai, Don Antonio Coluccia, il prete della legalità. Così lo chiamano a Roma perché da anni si impegna su quei territori in mano alla criminalità organizzata. E ieri a Tor Bella Monaca ha rischiato di essere investito dallo scooter di uno dei tanti che senza soluzione di continuità cerca di salvare. Ma a Sergio Del Prete, 28 anni, l’uomo che ha provato a investirlo, di essere salvato non interessa e invece di fermarsi all’alt intimato da alcuni agenti compresi quelli della scorta di Don Coluccia, si è scagliato a bordo del suo T-Max, contro il prete. Che sia stato un gesto volontario o su commissione è attualmente oggetto di indagine. A lavoro, sul caso, è la Squadra Mobile di Roma. Del Prete dopo esser stato fermato e arrestato per tentato omicidio è stato trasferito al policlinico di Tor Vergata.

LA DINAMICA

Ma torniamo al primo pomeriggio quando, in via dell’Archeologia, Don Coluccia come da mesi a questa parte è in strada, ferma le persone anche gli spacciatori che sostano agli ingressi dei palazzoni popolari, prova a dissuaderli.

Alcuni residenti gli si avvicinano, lo ringraziano, altri tirano dritto. Improvvisamente il T-Max guidato dal Del Prete arriva a tutta velocità, la scorta del sacerdote fa muro, un agente prova a fermare lo scooter ma non ce la fa e cade in terra, un altro esplode due colpi di pistola. Il primo in aria, il secondo ferirà il 28enne ad un avambraccio. A quel punto l’uomo cade in terra e viene fermato. Nella dinamica è rimasta coinvolta anche un’Opel Corsa di un residente: «Ero affacciato alla finestra perché c’era il prete - ha detto - è questo scooter è arrivato a tutta velocità». 

Sul mezzo, sotto alla sella, gli agenti di polizia troveranno una piccola mannaia, lui non dirà nulla, pur ferito continuerà a divincolarsi nel tentativo vano di fuggire. Prima dell’arrivo dei rinforzi ci saranno degli attimi di tensione perché dalle palazzine popolari scenderanno alcuni residenti che daranno addosso agli agenti. In strada anche la madre del 28enne che urlava di lasciar andare il figlio. Un uomo che vive per strada, dorme nelle cantine e conta alle spalle diversi precedenti per spaccio e rapina. Una vita segnata dalla droga, non solo a spacciarla ma anche a consumarla, con conoscenze e pare piccoli “ingaggi” fra quel novero di criminali che dalla Campania si sono da tempo stabiliti a Tor Bella Monaca dividendosi una parte degli affari del traffico di stupefacenti con altre consorterie criminali. Anche su questo s’indaga. Formalmente il suo nome non è mai finito in nessuna inchiesta che conti ma questo non esclude la possibilità che sia comunque legato a chi a Tor Bella continua a farla da padrone. L’uomo è tuttora ricoverato al policlinico Tor Vergata, nelle prossime ore verrà interrogato ma al momento si può dire che il prete lo abbia puntato prima di provare a investirlo. Resta da capire se deliberatamente poiché infastidito dalla sua presenza sul territorio o dietro commissione. 

 

LO SGOMENTO

Intanto su Tor Bella Monaca tornano ad accendersi i riflettori. Quartiere disagiato, macchinato dalla droga, roccaforte di spaccio. Almeno dodici le “piazze” censite, che pure hanno resistito al cambio di passo dettato dalla pandemia da Covid-19. «Qui la droga continuano a venirla a comprare» dice una residente. Altro che consegne a domicilio, certo ci sono anche quelle «Ma non per niente la presenza di Don Coluccia dà fastidio», commenta Tiziana Ronzio, a capo del comitato di quartiere che proprio con Don Antonio ha iniziato le passeggiate della legalità. «Oggi (ieri ndr) non sono potuta andare - spiega la Ronzio - ormai queste passeggiate da prima dell’estate sono diventate un’abitudine, un paio di volte alla settimana e sappiamo che danno fastidio». Dal Viminale il ministro Matteo Piantedosi ha espresso telefonicamente la sua vicinanza e il pieno sostegno al sacerdote. Lo stesso ha fatto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
 

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