Roma, Marco Canali gambizzato in casa al Tufello: la compagna ha aperto la porta ai due sicari, incappucciati e armati di pistola

La vittima ha 47 anni ed è all'Umberto I: già scampato a un altro agguato in strada

Roma, 46enne gambizzato in casa: è ricoverato al Policlinico Umberto I
Roma, 46enne gambizzato in casa: è ricoverato al Policlinico Umberto I
Mercoledì 22 Febbraio 2023, 18:22 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 10:02
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A Roma, le pistole non smettono più di parlare. Ieri pomeriggio due uomini incappucciati hanno bussato alla porta di un pregiudicato del Tufello, Marco Canali, 47 anni. Si sono fatti aprire, hanno spintonato la compagna, sono avanzati verso la camera da letto e hanno aperto il fuoco: tre colpi alle gambe, un segnale chiaro, inequivocabile, di una vendetta in atto. Poi la fuga a bordo di uno scooter. Per chi indaga il raid a suon di piombo potrebbe essere anche di più, ovvero rappresentare l'apertura di un nuovo capitolo nella faida tra bande per il controllo della piazza di spaccio en-plein-air che si snoda tra via Tonale, via Monte Petrella, via Monte Crocco e il parco Kennedy. Insomma, un'autentica, nuova, dichiarazione di guerra.

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IL RETROSCENA

Ma veniamo ai fatti. L'agguato è scoccato alle 17 in via Monte Taburno. Sul posto sono accorse le volanti e l'ambulanza del 118 che ha trasportato d'urgenza il ferito all'Umberto I, la sua prognosi è riservata ma non è in pericolo di vita. I poliziotti stanno aspettando l'ok dei medici per potere parlare con lui. Quel che ha destato subito l'attenzione degli investigatori, però, è una circostanza al vaglio di altre indagini del passato. Canali, detto "mezza recchia", infatti, sarebbe stato il vero obiettivo di un altro agguato avvenuto nel giorno di Pasqua del 2016, sempre al Tufello, in strada, quando per errore venne gambizzato un giovane pugile di 22 anni, incensurato, da allora paralizzato. Il killer fu rintracciato e arrestato dagli agenti di Fidene che attesero pazientemente un suo passo falso: fuggito in Spagna, rientrò nella sua casa romana per festeggiare il compleanno della figlia. Niente brindisi, scattarono le manette. Non solo. Il nome di Canali appare nell'inchiesta sugli "Intoccabili" del Tufello che nel novembre del 2018 portò all'arresto di 20 persone per droga e armi. Secondo la Dda a capo del sodalizio, tra gli altri, vi era anche Christian Primavera, dell'omonima famiglia originaria di San Basilio, già al centro di indagini anti-droga, e intenzionata ad accaparrarsi una larga fetta del mercato dell'hashish anche a Montesacro e al Tufello.

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Il fatto che alcuni esponenti di recente siano usciti dal carcere e ad altri siano stati accordati i domiciliari farebbe temere una nuova escalation di violenza, tra conti in sospeso e nuovi riposizionamenti a cui ambirebbero anche boss emergenti con l'aiuto di gruppi del litorale romano.

Il Tufello, dunque, sembra tornare agli anni 70 e 80 quando era crocevia della criminalità romana. Fu nel circolo di via Capraia che si consumò l'omicidio della "Scimmia", al secolo Claudio Vannicola, freddato da killer della Magliana travestiti con maschere di Carnevale. È dal Tufello che conduceva i suoi affari il boss "Robertino" Fittirillo, con propaggini fino all'Appio Tuscolano. Ed è da lui che Fabio Fabietti, amico e sodale del defunto Diabolik, Fabrizio Piscitelli, secondo la Dda, acquistò 22 chili di cocaina nell'arco di dieci giorni alla fine del 2018 (proprio oggi si aprirà il processo per l'omicidio del Diablo, imputato Raul Esteban Calderon). Eppure, nella Città Eterna, il filo rosso sangue non si è mai spezzato. Dieci giorni fa due ragazzi sono stati gambizzati a Morena, periferia Sud. Alla vigilia di Natale, un ventenne, Danilo Valeri, venne rapito all'uscita di un locale di Ponte Milvio. Al padre ignoti spararono, in strada a Rebibbia, pochi mesi prima. Il ragazzo fu subito rilasciato e il genitore si arrabbiò con chi aveva chiamato la polizia: «Me la risolvo da solo». Benvenuti a Roma.

 

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