Prima di tutto le serate trasgressive vestito da donna, senza dare spiegazioni alla moglie, costretta, invece, per circa due anni a subire da lui - dice l'accusa - maltrattamenti, offese, umiliazioni di ogni genere, sui quali si è recente pronunciato il gip del Tribunale dell'Aquila, Guendalina Buccella che ha disposto il divieto di avvicinamento per l'indagato, un 35enne, sposato con una commerciante dell'Aquila.
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Le indagini portate avanti dai carabinieri di Rocca di Mezzo (diretti dal luogotenente Mario Aloisio) sotto la supervisione del sostituto procuratore dell'Aquila, Fabio Picuti, hanno portato a galla una serie di maltrattamenti che l'indagato avrebbe rivolto alla moglie sia all'interno delle mura domestiche all'Aquila che all'interno di uno dei negozi di proprietà della donna. Stando ai racconti della parte offesa, supportati anche da diverse testimonianze, sia di clienti che di dipendenti del negozio, l'indagato era solito uscire di casa la sera senza fornire alcuna spiegazione alla donna, salvo rientrare a notte fonda o alle prime luci dell'alba del giorno successivo «visibilmente stravolto», ha riferito la donna.
I maltrattamenti
Atteggiamenti che hanno portato a litigi accesi della coppia sfociati in maltrattamenti. In un caso la donna era arrivata anche a comporre per 92 volte il numero di cellulare dell'uomo, senza mai ricevere risposta né essere richiamata.
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La minaccia di togliersi la vita
L'indagato, dopo aver minacciato il suicidio, avrebbe ripreso a maltrattare la donna in modo pesante. Di qui l'ennesima richiesta di aiuto ai carabinieri della stazione di Rocca di Mezzo che, su disposizione del gip, hanno recentemente eseguito la misura cautelare di avvicinamento alla parte offesa. L'indagato dovrà mantenere la distanza di 500 metri dalla parte offesa e suoi famigliari.