Stupro di Palermo, la vittima in crisi: «Era meglio non denunciare, voglio tornare alla mia vita di prima»

La giovane si è sfogata su TikTok ed è tornata a parlare di suicidio

Stupro di Palermo, la vittima in crisi dopo le accuse: «Era meglio non denunciare, voglio tornare alla mia vita di prima»
Stupro di Palermo, la vittima in crisi dopo le accuse: «Era meglio non denunciare, voglio tornare alla mia vita di prima»
di Valerio Salviani
Giovedì 28 Settembre 2023, 19:11 - Ultimo agg. 2 Ottobre, 07:13
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Come è possibile essere vittima di stupro e sentirsi in colpa per aver denunciato? Dal 7 luglio scorso, la ragazza violentata a Palermo è piombata in un incubo. Non solo per quello che ha subito dai sette ragazzi che si sono approfittati di lei, ma anche per gli attacchi che successivamente ha ricevuto sui social e non solo, tanto da essere costretta a trasferirsi in una comunità protetta, lontano da casa. È proprio ai social che la ragazza ha affidato più volte i suoi sfoghi. Aveva chiesto di non essere giudicata. Ora, è arrivata a pentirsi di aver denunciato. «Era meglio se mi stavo zitta», ha detto in un video su TikTok

«Voglio tornare alla mia vita normale», ha detto la ragazza.

Un grido d'aiuto e quella sensazione di essersi rovinata la vita con le sue mani. Il suo errore? «Era meglio se quella donna si faceva i fatti suoi e non chiamava l’ambulanza. Non avrei denunciato, era meglio se stavo zitta», ha detto, stanca dei commenti di chi l'attacca sui social.

Poi, come già era successo in passato, torna a parlare di suicidio: «Vorrei sapere se la faccio finita cosa diranno cosa scriveranno queste persone. Non la faccio finita perché voglio tentare per l'ultima volta di avere una vita serena e non c'è nessuno che mi può impedire di avere la vita che voglio», le sue parole.

Video

A chi le dice che non dovrebbe usare i social in questo modo, risponde: «Non c'è una legge che mi vieti di usare i social, li uso perché è un modo per sfogarmi e per far capire agli altri come sto ma èè anche un modo per passarmi il tempo».

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