Passata la pandemia - anni durante i quali la mobilità sanitaria tra le regioni è stata pressoché azzerata torna a crescere il flusso di malati tra una regione e l'altra con il Sud che si riappropria dello storico ingrato ruolo di grande esportatore di malati. Fenomeno che sottrae risorse preziose per gli investimenti. Per la Campania, che conserva il primato nazionale si questa classifica negativa (seguita da Calabria e Sicilia), vale quasi quanto il finanziamento annuo di un grande ospedale come il Cardarelli (oltre 250 milioni annui) sottratto agli investimenti sulla rete sanitaria. Ma proprio la Campania è quella che inizia a vedere la luce in fondo al tunnel e recupera più di altre regioni in particolare nell'area oncologica e dell'alta complessità. dove risale la china dal 10 al 15 per cento (ben più del valore medio di altre discipline del 3 o 4 per cento). Un buon frutto del lavoro compiuto sulla Rete oncologica regionale che non si è mai fermata neanche durante il Covid.
In base al rapporto Agenas sulla mobilità sanitaria del 2022, dalla fine del 2021 c'è stata una costante ripresa dei flussi migratori con un valore complessivo che in termini economici, per tutte le regioni, vale circa tre miliardi di euro.
La Campania segna anche un miglioramento nell'offerta di salute nell'area delle cure di eccellenza per l'Oncologia e le Malattie rare ad alto tasso di innovatività. Numeri forniti dall'Istituto superiore di Sanità elaborati dall'osservatorio di Motore sanità rivelano che il tasso complessivo della accessibilità a farmaci innovativi rimborsati dal Ssn in Italia nel 2023 va dal 4% in Sardegna al 96% della Lombardia, con una media italiana del 50%. Tra le regioni virtuose, sopra la media, dopo la Lombardia si piazza la Campania (80%). Ed è sempre la Campania uno dei pochi esempi virtuosi per la capacità di impiego totale degli 80 milioni ottenuti dal riparto di quest'ultimo fondo tra le regioni. «Stiamo incentivando (e di molto) l'alta complessità nei budget del privato accreditato spiegano fonti qualificate della Regione - inoltre sull'oncologia l'entrata a regime della rete oncologica campana inizia a dare buoni frutti». Detto questo il fenomeno della mobilità sanitaria è strutturale. Un fenomeno che dovrebbe essere governato dal livello centrale per evitare che si incrementi ulteriormente e scongiurare comportamenti opportunistici che sarebbero resi irreversibili dal progetto di autonomia differenziata. I fondi della migrazione sanitaria nei fatti servono a garantire oggi anche la sostenibilità della Sanità del nord che dal 2022 ha iniziato a mostrare anch'essa crepe e sbilanci per centinaia di milioni di euro. Dai dati del Rapporto Oasi 2023 presentati la settimana scorsa alla Bocconi emerge che in termini di posti letto ospedalieri, rispetto allo standard nazionale di 3,7 per 1.000 abitanti, l'Emilia ne ha 3,88, la Lombardia 3,76, il Piemonte 3,79, il Veneto 3,56, la Calabria 2,88, la Campania 2,96 e la Puglia 3,08. In termini di personale (pubblico e privato) al 31 dicembre 2020, l'Emilia ha 18,34 addetti per 1.000 abitanti, la Campania 10,91. Difficile arginare il fenomeno della migrazione sanitaria in queste condizioni.