Italiana uccisa in Brasile, liberi 2 sospetti. La polizia: «Sono estranei all'omicidio». Gaia strangolata in spiaggia

Italiana uccisa in Brasile, liberi 2 sospetti. La polizia: «Sono estranei all'omicidio». Gaia strangolata in spiaggia
Sabato 27 Dicembre 2014, 05:56 - Ultimo agg. 28 Dicembre, 12:19
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Due uomini sospettati dell'omicidio di Gaia Molinari, la piacentina di 29 anni trovata morta il giorno di Natale a circa 300 km da Fortaleza, in Brasile, sono stati rilasciati dopo essere stati interrogati. «Uno è stato rilasciato subito ieri sera, l'altro stamani dopo essere stato sottoposto a un lungo interrogatorio», riferiscono fonti del viceconsolato italiano di Fortaleza.

«I due sono stati presi a Jericoacoara e portati a Fortaleza per l'interrogatorio». Successivamente sono stati portati sul posto dove è stato trovato il corpo della ragazza «per una ricostruzione dei fatti. È però stato stabilito che non hanno avuto alcun ruolo nel delitto», hanno precisato le fonti, sottolineando che entrambi sono risultati «estranei» ai fatti. «La polizia civile e militare brasiliana è molto attiva, si stanno dando da fare a tutti i livelli», hanno ricordato d'altra parte le fonti, sottolineando che nel caso «sono impegnati tre commissari, che stanno lavorando sia a Fortaleza sia sul luogo».

A dare notizia del fermo del presunto assassino della ragazza era stato il sito del Diario di Nordeste, che aveva precisato che il sospettato è stato trattenuto e interrogato nella stazione di Polizia della Delegacia de Protecao ao Turista-Deprotur di Fortaleza.

Quando il gruppetto di turisti l'ha trovata tra le sterpaglie del sentiero che conduce alla spiaggia di Pedra Furada, Gaia era irriconoscibile: il cranio fracassato, il torace sfondato, il volto tumefatto.

Non restava più nulla di quella bella ragazza di 29 anni, piacentina d'origine, emigrata a Parigi e da due mesi in Brasile. L'esito dell'autopsia parlerebbe di asfissia da strangolamento. La giovane è stata uccisa il giorno della vigilia di Natale, massacrata a colpi di pietra e abbandonata immersa nel sangue.

Sulle spiagge candide dello Stato del Cearà, a 300 chilometri da Fortaleza, è caccia all'uomo e un sospettato c'è già. E' un abitante di Jijoca de Jericoacoara, paese in cui Gaia stava trascorrendo le vacanze, e che si aggirava proprio nel luogo in cui il killer ha agito, la riserva naturale di Serrote.

IL MISTERO DELLA FIONDA Quando Gaia è morta indossava bikini e pareo, con sé l'inseparabile zaino con la copia del passaporto e un pacchetto di gomme da masticare. «Dentro non c'era nient'altro di valore», afferma la responsabile dell'ufficio turistico Patricia Bezerra. Camminava sola lungo il sentiero quando l'assassino le è piombato addosso è l'ha uccisa con una furia terribile. Prima però ha provveduto a immobilizzarla per impedirle di reagire: «Aveva lividi ai polsi e le mani nere, come se qualcuno l'avesse legata. Le ferite erano talmente numerose e profonde che sembrava fosse stata lapidata. E vicino al corpo c'era una fionda», riferisce Paola Bonelli, proprietaria della locanda in cui alloggiava. Cosa ci facesse la giovane da sola il quella stradina sterrata è ciò che la polizia sta cercando di ricostruire: forse è stata attirata in una trappola, forse è stata seguita da chi l'ha poi uccisa senza pietà.

Certo è che, in base al programma di viaggio, lei in quel posto a quell'ora non doveva esserci. Sarebbe dovuta restare a Jericoacoara fino al 24 dicembre, otto giorni di tuffi in mare e di relax prima di tornare a Fortaleza, dove lavorava in un ostello per bambini disagiati. In cambio di vitto e alloggio insegnava inglese ai piccoli, si occupava della cucina e sbrigava le pratiche in reception. Mercoledì però ha deciso di prolungare la vacanza, come ha confermato l'amica di Rio de Janeiro Miriam Franca. Le due donne si sono conosciute a Fortaleza e sono partite insieme per Jericoacoara il 16 dicembre: la mamma di Miriam ha rinunciato al viaggio e Gaia ha preso il suo posto.

LUOGO PERICOLOSO Un viaggio spensierato e allegro, la piacentina ha anche conosciuto dei concittadini con cui ha fatto amicizia. Poi il buco nero da cui è stata inghiottita. «E' sparita la sera della vigilia di Natale. Sarebbe dovuta tornare alle dieci di sera per tornare a Fortaleza, ma l'unica che è rientrata è stata Miriam», racconta Paola Bonelli. Aggiungendo che la riserva naturale del Cearà, un paradiso naturale di sabbia fine e acque cristalline, non spicca per sicurezza: «Ci sono solo quattro agenti di pattuglia e nella regione si sono verificati altri crimini. Jeri ha un grande afflusso turistico durante tutto l'anno, è assurdo che sia così poco controllata».

Nell'ostello di Fortaleza la polizia ha recuperato ciò che resta di Gaia, il passaporto, un notebook, qualche oggetto personale. Poche cose ma «un cuore grande e un'energia contagiosa», dicono gli amici. Dopo alcuni anni di lavoro in una società di prodotti di bellezza a Parigi aveva deciso di cambiare vita. Il Brasile, il volontariato. «Sono molto onorato di averle fatto per un po' da padre», la ricorda Federico Fioretto, ex marito della mamma. «Non vorrei che la sua morte creasse un clima di paura. Lei amava il dialogo, ci ha insegnato il calore dell'amicizia, l'incontro con gli altri. Purtroppo si è imbattuta nella persona sbagliata».