Bruxelles, il racconto choc: «Ho visto gambe volare via intorno a me era l'inferno»

Bruxelles, il racconto choc: «Ho visto gambe volare via intorno a me era l'inferno»
di Claudio Marincola
Mercoledì 23 Marzo 2016, 09:13 - Ultimo agg. 24 Marzo, 09:23
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La morte è arrivata al Terminal A, quello delle partenze. Alle 8 in punto. Accanto al banco della American Airlines e della Brussels Airlines. Nel punto esatto in cui si trovava Alphonse Lyoura un giovane di colore sui trent'anni addetto ai bagagli. Era in compagnia del suo capo all'aeroporto di Zavatem, a non più di 5 metri dai kamikaze. Li ha visti arrivare.

Alphonse, giubbotto col cappuccio e accento magrebino, stava finendo di imballare le ultime valigie quando ha sentito uno dei terroristi urlare in arabo parole per lui incomprensibili. «La detonazione è stata fortissima, tutti hanno iniziato a correre a destra e a sinistra, mi sono nascosto sotto il mio banco e lì sono rimasto per almeno 5 o 6 minuti terrorizzato. Quando ho rialzato la testa intorno a me ho visto l'inferno. I feriti che urlavano mi chiedevano aiuto e io non sapevo cosa fare. Ho ancora il sangue sulle mani. Tantissimi erano senza braccia e gambe. Amputate, erano volate via. Uno dei feriti aveva le gambe carbonizzate. Ho spostato 5 o 6 corpi per trascinarli ma erano già morti». Il responsabile del Gasthuisberg University di Lovanio, Marc Decrame confermerà poi che in sala operatoria sono state necessarie molte amputazioni per i danni provocati dai chiodi contenuti negli ordigni.

In Belgio le vacanze pasquali iniziano in anticipo. In molti ieri stavano mettendosi in viaggio. L'area del Terminal era zeppa di passeggeri. Ideale per la follia smisurata di chi considera un successo la moltiplicazione del dolore sommato alla perdita di vite umane. Nei hall è stata trovata una cintura inesplosa, un giubbotto accanto a quel che resta di un tapis roulant. Valigie fumanti, viaggi interrotti per sempre.
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