Agro, gli attentati a Castel S. Giorgio e Roccapiemonte: l'indizio, una mota

Continuano le indagini dopo gli attentati si sindaci Carmine Pagano e Paola Lanzara

I sindaci vittima degli attentati: Carmine Pagano e Paola Lanzara
I sindaci vittima degli attentati: Carmine Pagano e Paola Lanzara
di Nello Ferrigno
Martedì 11 Aprile 2023, 06:55 - Ultimo agg. 12:26
4 Minuti di Lettura

Uno degli indizi in mano agli investigatori è il rumore di una moto. Il rombo sarebbe stato sentito dai residenti di via Ferrentino poco prima del boato provocato dall’esplosione della bomba sotto la casa del sindaco di Castel San Giorgio.

Potrebbe essere il mezzo utilizzato dal bombarolo che ha voluto mandare un messaggio a Paola Lanzara. Probabilmente è la stessa persona che 24 ore prima avrebbe fatto l’identica cosa in corso Mario Pagano davanti la casa di Carmine Pagano, sindaco di Roccapiemonte. Sembra, infatti, che i due episodi siano collegati, atti intimidatori nei confronti di chi guida due città confinanti non solo geograficamente. Castel San Giorgio e Roccapiemonte, infatti, condividono diversi progetti come i servizi sociali facendo parte dello stesso Piano di zona con Nocera Inferiore e Nocera Superiore.

Le due amministrazioni hanno iniziato a immaginare la gestione dei rifiuti con altri cinque Comuni come previsto dalla legge regionale che obbliga ad un’azione condivisa in un sub ambito provinciale sotto la governance dell’Ente d’ambito Salerno per il servizio di gestione integrata dei rifiuti. Si è iniziato anche a discutere del Masterplan, lo strumento varato dalla Regione Campania per lo sviluppo economico e sociale dell’Agro nocerino sarnese. Poi ci sono i fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza per progetti varati e da avviare. Insomma un crogiuolo di possibili interessi che avrebbero potuto armare qualche malintenzionato. Ma non sono escluse altre piste che gli uomini del comandante Massimo Avallone della Compagnia dei carabinieri di Mercato San Severino stanno seguendo. 

Si stanno controllando, fotogramma dopo fotogramma, le immagini dell’unica telecamera presente in via Ferrentino alla frazione Lavorate dove abita il sindaco Lanzara. Non ci sono immagini, invece, per quanto accaduto a Roccapiemonte, nel tratto di strada della casa del sindaco Pagano non ci sono occhi elettronici. A cercare di dare un volto all’attentatore c’è anche la procura distrettuale Antimafia retta dal procuratore capo Giuseppe Borrelli. C’è il massimo riserbo su come si sta evolvendo l’inchiesta. C’è chi sostiene che si sta seguendo un unico filo conduttore che unisce i due attentati. Anche il prefetto di Salerno, Francesco Russo, tiene alta la guardia. Oggi il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica discuterà proprio di quanto accaduto nelle due cittadine dell’area nord della provincia di Salerno. È evidente che la pressione sulle forze dell’ordine è alta affinché si arrivi presto ad una soluzione. Due bombe in 24 ore nei confronti di due sindaci rappresentano un evidente attacco alle istituzioni. Lanzara e Pagano sono stati sentiti dai carabinieri. Gli investigatori li hanno invitati a raccontare eventuali supposizioni sul perché di eventi simili, magari singoli episodi che potrebbero contribuire a dare una svolta alle indagini. 

«Sarò in prima fila insieme ai carabinieri – ha ribadito Lanzara - per venire a capo di questa questione e fin da ora, se l’episodio è collegabile a vicende comunali, tutti gli atti, tutte le determinazioni, tutto ciò che abbiamo fatto, prodotto e portato a termine è a disposizione degli inquirenti».

Anche il sindaco Pagano non riesce a immaginare il perché di un simile evento ai suoi danni. «Non ho ricevuto – ha commentato – nessuna minaccia anche attraverso i social. Non abbiamo in corso atti amministrativi tali da essere considerati impopolari, insomma davvero non so cosa pensare». Si lavora, dunque, per trovare una pista che possa essere seguita per individuare la matrice che ha innescato i due atti intimidatori.

Video

© RIPRODUZIONE RISERVATA