Ci sarebbe anche Giulia Schiff nella lista dei ricercati di Mosca. La 24enne italiana si era arruolata nell'esercito ucraino all'inizio della guerra contro la Russia e ora si scopre che nell'elenco dei servizi russi, da dove nei giorni scorsi era emerso il nome della premier estone Kaja Kallas, c'è anche lei. La Schiff è una dei 25 italiani presenti nella lista che ha reso noto su X Alex Orlowski: un database di 96.572 ricercati internazionali scaricati da Mediazone. Tra i nostri connazionali è presente anche il manager Giovanni di Massa che viveva a Mosca.
Giulia Schiff, la lista ricercati e le minacce
La ventiquattrenne di Mira, ex pilota dell'aeronautica militare che aveva denunciato atti di nonnismo all'interno dell'Accademia di Pozzuoli, da diverso tempo è nel mirino di profili filorussi sui suoi canali social.
Chi è
Schiff si era arruolata all'inizio della guerra come combattente volontaria nelle "Forze Speciali della Legione Internazionale in Ucraina", di cui è stata peraltro l'unica donna del gruppo. Con il nome di battaglia "Kida" ha combattuto le truppe di Mosca in diversi territori, tra cui Kharkiv e il Donbass. Da allieva dell’Accademia areonautica di Pozzuoli aveva denunciato più volte di essere stata vittima di episodi di mobbing e nonnismo da parte dei suoi commilitoni sottoufficiali. Alcuni di loro sono finiti a processo per lesioni pluriaggravate in concorso e ingiuria. Schiff ha sempre sostenuto che sia stato per quella denuncia penale che scattò l'espulsione dall'Aeronautica, ufficialmente motivata da "inattitudine militare e professionale": dapprima considerata un'allieva modello, dopo aver sporto denuncia Schiff era stata isolata dai commilitoni e più volte sanzionata dai richiami da parte dei superiori. Fino al drastico provvedimento.
Kaja Kallas
Nei giorni scorsi nell'elenco era emerso il nome di Kaja Kallas, premier dell'Estonia. La prima ministra affermò come la decisione di Mosca di inserirla nella lista dei ricercati fosse la prova che sta «facendo la cosa giusta» e che avrebbe continuato a fornire il suo «forte sostegno all'Ucraina» e a battersi per «rafforzare la difesa dell'Europa». Kallas, in un messaggio su X, ha aggiunto che «gli strumenti della Russia non sono cambiati», ricordando che sua madre e sua nonna furono deportate in Siberia. «Il Cremlino - scrive ancora la premier estone - ora spera che questa decisione ridurrà al silenzio e me e altri, ma non sarà così».