Usa, il vice di Trump vola a Seul
e il fronte Corea del Nord ribolle

Usa, il vice di Trump vola a Seul e il fronte Corea del Nord ribolle
di Luca Marfé
Sabato 15 Aprile 2017, 09:37
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NEW YORK - Il vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence nell’ambito del suo viaggio in Asia e nel Pacifico vola oggi alla volta di Seul.

Giappone, Indonesia, Australia, Hawaii e, per l’appunto, Corea del Sud. Un circuito di impegni ufficiali già in agenda da alcune settimane che tuttavia, alla luce delle recenti tensioni, cade in un momento storico, strategico e soprattutto alquanto delicato.

Perché da un lato Kim Jong-un e i suoi non nascondono l’intenzione ferma di proseguire sulla rotta degli esperimenti missilistico-nucleari, sfidando addirittura a viso aperto il demone americano cui hanno promesso «nessuna pietà». E, dall’altro, Washington ha deciso di non essere da meno minacciando un intervento preventivo che potrebbe giungere in «qualsiasi momento».

Pence non si tratterrà molto (poco più di 48 ore) e su di lui sembrano incentrarsi le ultime chance di una pace a dir poco forzata.

Difficile immaginare che la macchina bellica statunitense possa muoversi mentre il numero due di Donald Trump sia fisicamente presente nella capitale sudcoreana. Un rischio inutile, nel quadro di una Seul di fatto alla portata dei “cugini” del nord. Più facile pensare che proprio a Pence sia stata affidata la responsabilità, se non di decidere, quanto meno di valutare in prima persona le provocazioni di Kim Jong-un, le atmosfere al confine e gli effetti legati a un’eventuale iniziativa a stelle e strisce.

La Casa Bianca non esclude la possibilità di discutere delle sanzioni nuove ed eccezionali da studiare con l’alleato sudcoreano e da mettere in atto a danno di Pyongyang, ma i toni negli ultimi giorni si sono surriscaldati al punto da configurare l’opzione militare come imminente ed inevitabile.

A riconferma di tale sensazione, Air China sospende i voli che collegano Pechino a Pyongyang. Già da lunedì mattina, dunque, le due capitali “amiche” (le virgolette sono d’obbligo perché in realtà la relazione tra il governo cinese e quello nordcoreano si è molto raffreddata) smetteranno di “parlarsi”, perlomeno sul fronte aereo. La compagnia prova a dribblare le crescenti tensioni politiche e, attraverso un proprio portavoce, spiega il provvedimento con un forte calo della domanda che non giustificherebbe più la tratta. Ma è evidentissimo che ci sia ben altro sotto.

Secondo alcune fonti locali, Pechino potrebbe essere già al corrente di una o più operazioni militari imminenti.

L’isolamento della Corea del Nord, collegata fino a domenica al resto del mondo proprio dalla rotta della compagnia di bandiera cinese, diviene di giorno in giorno più marcato e pericoloso.

Tutto lascia presagire, infatti, che il colpo di scena possa essere dietro l’angolo.

E così, una notizia che potrebbe apparire quasi banale rischia di essere la prima vera avvisaglia di un conflitto le cui possibili conseguenze restano difficili anche soltanto da ipotizzare.
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