All'apparenza sembra un tema per addetti ai lavori, nella fattispecie burocrati e colletti bianchi. In realtà la strada intrapresa dall'Ue per definire un quadro comune di competenze per le Pa degli Stati membri, in grado ad esempio di favorire la formazione congiunta e la mobilità dei funzionari tra i vari Stati, ci riguarda tutti da vicino. E in tempi più brevi di quanto si possa immaginare. In autunno, infatti, la Commissione adotterà le linee direttrici di questa sfida (il termine tecnico è ComPAct) che dovrebbe evitare i problemi registrati per il Covid e affrontare in modo coeso e uniforme emergenze altrettanto preoccupanti come quella climatica. La buona notizia è che l'Europa su questo impegno c'è, come emerso a Caserta dall'avvio della due giorni del Gruppo di Esperti per la Pubblica Amministrazione e la Governance, istituito nel 2021 a Bruxelles, e composto dai rappresentanti dei 27 Paesi membri. Ideale e al tempo stesso obbligata la sede prescelta per la prima riunione dell'organismo in Italia: e cioè la Scuola nazionale dell'amministrazione, nel prestigioso scenario del Palazzo reale, che sotto la presidenza di una giurista di livello internazionale come l'ex ministro Paola Severino, sta dando un impulso importante al rinnovamento della Pubblica amministrazione italiana. Lo ha riconosciuto, ancora una volta, il ministro della Pa, Paolo Zangrillo, intervenuto ieri all'apertura dei lavori: «Essere in una Scuola di formazione per i futuri dirigenti pubblici, che ha già ospitato la rete delle Scuole di Amministrazione dei Paesi Ocse, è la conferma di quanto sia per noi importante essere all'altezza di questa sfida».
Del resto, l'Europa che mette insieme competenze e idee per la futura Pa è ormai di casa alla Sna: «A Caserta abbiamo organizzato una Summer School sulle politiche pubbliche con dirigenti provenienti anche da Grecia, Portogallo e Spagna ricorda Severino -.
Il Pnrr può aiutare molto, ribadisce il ministro Zangrillo, consapevole però che «sulla digitalizzazione della Pa siamo in ritardo e non dobbiamo nasconderlo. Non è un caso che la quota maggiore di risorse per la Pubblica amministrazione digitale è stata assegnata dall'Europa all'Italia». Ma Pnrr vuol dire anche, o forse soprattutto, aiutare i Comuni a mettere a terra i progetti finanziati per i quali occorre personale adeguato per numero e competenze, in particolare al Sud: «Sono abituato a parlare a ragion veduta ma posso affermare che ad oggi il piano delle 170mila nuove assunzioni nella Pa previste per quest'anno è a buon punto (nel biennio se ne prevedono 350mila, ndr). E non mi riferisco solo all'aspetto quantitativo perché abbiamo bisogno di recuperare molto anche sul piano qualitativo», spiega il ministro.
Nel frattempo, l'Europa non perde tempo. Tra i progetti già varati, dice il Direttore Generale della Dg Reform della Commissione europea, Mario Nava, ce n'è uno che di fatto inaugura l'Erasmus dei funzionari pubblici: «Non basta solo assicurare le risorse alle amministrazioni pubbliche ma anche portare loro nuove competenze, metterle in rete con altre amministrazioni come accade ad esempio in materia di bilancio verde con 25 Paesi che si sono associati in questo percorso. È un messaggio condiviso, peraltro: nell'ultima valutazione di Eurobarometro, lo scorso maggio, la prima cosa che i cittadini europei chiedono all'Ue è di aiutare il proprio Paese a reagire ad una crisi imprevista, come la guerra in Ucraina. È un bellissimo segnale perché conferma la fiducia verso l'Unione europea: nessuno ce la può fare da solo».