Autonomia differenziata, Calderoli sfida De Luca: ​«Userò la proposta della Campania»

Il ministro fa riferimento a una bozza del 2019 articolata in sette materie

Roberto Calderoli e Vincenzo De Luca
Roberto Calderoli e Vincenzo De Luca
di Marco Esposito
Domenica 20 Novembre 2022, 00:01 - Ultimo agg. 21 Novembre, 09:36
3 Minuti di Lettura

Roberto Calderoli sfida Vincenzo De Luca. Il ministro degli Affari regionali butta nel cestino, come richiesto dal presidente della Campania, la sua bozza di disegno di legge per l’autonomia differenziata e tira dagli archivi un’altra proposta, quella presentata proprio dalla Campania nel 2019, in una lettera alla ministra dell’epoca, Erika Stefani, nella quale si chiedeva di avviare l’autonomia differenziata proprio per la Campania. «Adesso non sono più solo tre Regioni del Nord a chiedere l’autonomia», aveva detto De Luca con riferimento a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.

«C’è stata una proposta di De Luca che è molto più avanti rispetto a qualsiasi mia proposta», ha detto sornione Calderoli in un incontro della Lega a Treviglio, in provincia di Bergamo: «Ho studiato le carte di tutte le Regioni - ha aggiunto - e ho visto che alcune sono più avanti di me, soprattutto del Mezzogiorno, quindi intendo usare il metodo richiesto da loro come proposta a livello nazionale». 

A cosa fa riferimento il ministro lombardo? Alla proposta della Campania consegnata al governo Conte il 10 luglio 2019, a meno di un mese dalla crisi aperta in spiaggia dal vicepremier Matteo Salvini.

La Campania chiedeva sette materie: valutazione impatto ambientale; autorizzazioni paesaggistiche locali; istruzione e formazione professionale (ma «compatibilmente con il carattere nazionale della scuola pubblica»); tutela della salute; pagamento dei contributi comunitari in agricoltura; funzioni dei provveditorati alle opere pubbliche; rete regionale dei musei e dei beni culturali. Sul nodo delicatissimo delle risorse, la proposta della Campania era esplicita nel prevedere oltre alla definizione dei Lep, risorse perequative legate alla ridotta capacità fiscale per abitante del territorio nonché la nascita obbligatoria del Fondo per la Perequazione infrastrutturale, atteso dal 2009.

In attesa dei Lep però - ed è qui il passaggio della proposta della Campania che piace a Calderoli - si procede comunque al trasferimento delle funzioni con le relative risorse, misurate nella spesa storica. È vero che l’Intesa della Campania prevede che il limite di un anno di tempo per definire i livelli essenziali delle prestazioni non possa essere superato, tuttavia è ovvio che se «nelle more» le materie sono state trasferite la differenziazione è compiuta. 

Video

La caduta del primo governo Conte cambiò lo scenario. Di autonomia si continuò a parlare ma nell’ambito di una legge quadro, prima definita da Francesco Boccia, poi da Mariastella Gelmini. Però quel testo estivo, inviato da De Luca a Stefani, è rimasto agli atti. E ora è sulla scrivania di Calderoli.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA