Ciampolillo è il nuovo eroe dei social dopo la fiducia al Senato: «Ah, devo votare?»

Ciampolillo è il nuovo eroe dei social dopo la fiducia al Senato: «Ah, devo votare?»
di Delia Paciello
Mercoledì 20 Gennaio 2021, 11:05
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19 Gennaio 2021, una serata memorabile in Senato. In ballo la fiducia a Conte e il futuro del governo italiano nel bel mezzo della pandemia. Ma le diatribe fra Renzi e il premier in carica sono state d’un tratto cancellate dall’entrata in scena di una nuova star in grado di catturare su di sé tutta l’attenzione: si tratta di Lello Ciampolillo. Il senatore ex cinquestelle è infatti riuscito da solo a tenere tutti gli italiani col fiato sospeso durante le votazioni in diretta a reti unificate: l’Italia intera aspettava lui, appesa a un filo. «Un momento che potrà orgogliosamente raccontare ai posteri: Sapete, un tempo tutto il Paese dipendeva da me, ma io ero in ritardo», ironizzano in tanti sui social. Assente infatti alla prima chiama, poi alla seconda: l’onorevole forse era un po’ distratto e il suo voto di fiducia pareva non essere arrivato in tempo. È servito poi l’aiuto della Var per poter accettare il voto di Ciampolillo: la presidente Elisabetta Casellati ha infatti chiesto di rivedere la registrazione della seduta per capire se il senatore fosse arrivato in tempo alla votazione, affinché la stessa venisse svolta nel rispetto delle regole e degli orari previsti.

E così il web è impazzito per lui: il suo nome ovunque, all’improvviso pagine social a lui dedicate spuntate come funghi, in tempi record. E fiumi di meme. Da Ciampolillo sul divano versione Simpson, al suo volto a bocca aperta con la vignetta: «Ah, ma dovevo votare?», fino al SuperCiampolillo in grado di programmare tutto per diventare l’eroe della serata, colui che con il suo voto decisivo avrebbe salvato il governo. Di tutto e di più per le piazze virtuali, e le cause del suo ritardo sono ormai diventate motivo di discussione, e anche di scommesse: «Stava fumando una canna, lui vuole guarire il Covid con la marjuana»; «Aveva la macchina in seconda fila»; «Aveva dimenticato la strada»; «Pare sia proprio nato in ritardo, è una cosa che si trascina dietro da tempo»; «Voleva un po’ di notorietà»; «Agli Usa mancava il nevada, a noi Ciampolillo», ironizzano gli italiani.

 

E in una serata decisiva l’immagine del Parlamento italiano è diventata ancora una volta oggetto di scherno da parte degli stessi elettori: solo qualche giorno fa la Meloni versione pescivendola era diventata protagonista assoluta del web, con meme e vignette tutte su di lei. Ma è bastata una votazione a rubarle rubare la scena. E il suo voto? Per molti è scontato, la leader di Fratelli Italia ha votato «Aooo».

Intanto qualcuno si chiede come farà Conte a governare con 156 voti, senza una maggioranza assoluta. Altri guardano ai nomi dei «responsabili» e sono pronti a puntare il dito: da Forza Italia è arrivato il sì di Maria Rosaria Rossi, un tempo vicina a Berlusconi e grande amica dell’ex fidanzata Francesca Pascale, e di Andrea Causin, ex Pd e Scelta Civica il cui addio era già nell’aria. Ma anche Riccardo Nancini del gruppo di Italia Viva ha votato sì, mentre altri colleghi al Senato fino all’ultimo hanno cercato di tenere tutti col fiato sospeso guadagnandosi qualche ora da protagonista: Gregorio De Falco, ex M5S, ha tentennato fino alla fine cambiando idea di continuo, per poi alla fine appoggiare Conte.  

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Matteo Salvini però è pronto a urlare allo scandalo: «L’avvocato attaccava i senatori a vita, voleva farli fuori e poi ha chiesto il loro appoggio. È solo un mercimonio, una squallida compravendita di parlamentari in soccorso al governo». E a lui si affianca Giorgia Meloni, il duo che più pareva gioire delle scelte di Renzi.

Sarà dura per il premier riconquistare terreno. Bisognerà lavorare per rafforzare l’esecutivo con un rimpastone e ottenere il sostegno di nuovi responsabili. In realtà potrebbe essere un primo passo per la realizzazione di un progetto centrista ispirato a Conte, addirittura l’embrione di un suo partito. E così affrontare lo scostamento di bilancio e il Recovery Fund. Sarà difficile tuttavia fare i conti con le commissioni in minoranza: si rischia la paralisi del governo e del Parlamento.

Ma per ora Conte non molla.

E Renzi avrà intanto raggiunto l'obiettivo? Per qualcuno il vero intento era quello di proporsi come riferimento degli elettori che non trovano risposta in Conte, né in Salvini e Meloni, sognando l'eredità e i voti di Forza Italia. Forse un miraggio troppo lontano, secondo molti al leader di Italia Viva mancano le basi, il carisma e probabilmente persino l'intuito per organizzare una manovra di questo tipo. E intanto dopo la bella serata in Parlamento, torna il tormentone: per Renzi è ancora una volta choc.

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