Famiglia, Di Maio: «Modello è Francia, sconti su asili, baby sitter e pannolini»

Famiglia, Di Maio: «Modello è Francia, sconti su asili, baby sitter e pannolini»
Famiglia, Di Maio: «Modello è Francia, sconti su asili, baby sitter e pannolini»
Lunedì 1 Aprile 2019, 19:40 - Ultimo agg. 2 Aprile, 06:31
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Famiglia, Di Maio: «Modello è Francia, sconti su asili e pannolini». Luigi Di Maio ruba la palla a Matteo Salvini sul tema della famiglia e rilancia. Dopo le polemiche di Verona, il leader 5S rispolvera parte del programma per le politiche di un anno fa e parla di «provvedimenti nel prossimo Def per aiuti alle famiglie sul modello francese: 50% di sconto sui pannolini, 50% sulle spese per la baby sitter e coefficiente famigliare che si abbatte a seconda di quanti figli hai».

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La meta, secondo il vicepremier, sarebbe a portata di mano nel Def da promulgare entro il 10 aprile ma, considerando che il documento di economia e finanza è un testo di programmazione economica e non una legge, l'obiettivo del ministro sembra più che altro politico e spostato di qualche settimana in avanti, verso le europee di maggio, se non addirittura all'autunno, quando dovrà essere messa a punto la prossima legge di bilancio.

Nel Def potrebbero apparire solo delle prime indicazioni di base, che andrebbero concretizzate però successivamente. Il quoziente familiare, tema trasversale già promosso nei governi Berlusconi, rilanciato in vista delle elezioni dello scorso anno anche da Salvini e dalla coalizione di centrodestra, non si è mai trasformato in realtà per il suo peso finanziario ma anche per la rivoluzione fiscale che porterebbe con sé. Qualche anno fa la Voce.Info calcolava un costo superiore ai 3 miliardi, facilmente espandibili fino a 9 volendo salvaguardare, nel passaggio, i contribuenti che nel sistema attuale pagano meno tasse.

La differenza sta nel concetto di reddito: in Italia l'Irpef è determinato in base al reddito personale, mentre in Francia il reddito utile ai fini fiscali è sin dagli anni '50 quello familiare, a cui viene riservato un trattamento unico, tenendo conto del numero dei componenti, attribuendo ad ognuno di essi un peso specifico. Le detrazioni fiscali, che in Italia permettono di «scaricare» il peso dei figli, sono sostituite da una deduzione forfettaria del 10%.

Un sistema ricalcato nella definizione di Di Maio: «oggi ogni cittadino che prende uno stipendio ha delle detrazioni in base al nucleo familiare. Noi vogliamo fare un passo avanti, ovvero inserire un coefficiente da calibrare sull'Irpef di ogni famiglia. Hai 2, 3 o 4 figli a carico? Il coefficiente varia e si riduce proporzionalmente l'Irpef da pagare per i genitori», ha spiegato andando però anche oltre.

In un Paese come l'Italia dove il tasso di natalità è di appena 1,3 figli per donna, contro i 2 della Francia - che non a caso, secondo lo stesso M5S spende il 2,5% del Pil nelle politiche per la famiglia - il vicepremier ha annunciato «un impegno verso maggiori incentivi per chi ha necessità di una baby sitter e per l'acquisto di pannolini, con sconti del 50%, agevolazioni sulle rette degli asili nido, fino ad arrivare a un dimezzamento in quelle Regioni dove il costo è più alto».

Un tentativo sui pannolini, non andato in porto, era già stato con la legge di bilancio, con una proposta per abbattere l'Iva sui prodotti per la prima infanzia al 5%.
Mentre sullo 'scontò baby sitter Assindatcolf avverte che «l'unica strada possibile è quella della deduzione dei costi. Altre forme di agevolazioni fiscali non avrebbero senso, se non quello di aspirare a creare un consenso pre-elettorale».

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