Giorgia Meloni: «Abruzzo simbolo del nostro buongoverno, pronti a guidare l’Italia»

Giorgia Meloni: «Abruzzo simbolo del nostro buongoverno, pronti a guidare l’Italia»
Giorgia Meloni: «Abruzzo simbolo del nostro buongoverno, pronti a guidare l’Italia»
di Alberto Gentili
Giovedì 8 Settembre 2022, 10:00 - Ultimo agg. 17:10
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«Noi siamo pronti a governare, io sono pronta. Il punto è se siete pronti voi. Ce l'abbiamo messa tutta, ora tocca a voi dimostrare che volete una nazione libera e un governo libero, composto da persone non ricattabili che non guardano in faccia a nessuno». Giorgia Meloni, dall'Aquila, sprona il popolo della destra che gremisce Villa Comunale. Avverte: «Non è finita, è ancora lunga»: «Le battaglie prima si combattono, poi si dichiarano vinte. Succederà di tutto nelle prossime settimane». Ma si descrive, Meloni, «in modalità monaco tibetano per evitare di rispondere alle provocazioni. Ohmmm. Ormai non leggo nemmeno certi giornali e certi telegiornali...».
Eppure la promessa premier legge, eccome, le dichiarazioni di Enrico Letta. Segno che alla leader di Fratelli d'Italia piace e va a genio lo schema della sfida FdI-Pd scelto dal segretario dem. Quello che porta al voto utile. E fa precedere il comizio da una serie di bordate contro Letta. Ecco la prima: «La sinistra, che da un decennio è quasi ininterrottamente al governo senza avere mai vinto le elezioni, ha una paura terribile che gli italiani possano finalmente esprimersi alle urne e mettere fine al loro sistema di potere. Per questo passano le loro giornate dipingendomi come un mostro e lanciando allarmi infondati che finiscono per gettare discredito sull'Italia. Si mettano l'animo in pace: il 25 settembre, se gli italiani lo vorranno, si volterà pagina». Ecco la seconda: «Incredibile, nel programma ufficiale del Pd parlano di me. Come si possono presentare le proprie proposte agli italiani e parlare degli avversari? Fa ridere, ma fa anche un po' pensare...». Ed ecco l'ultima: «A una manifestazione di partito, Letta dice chi non vota per il Pd, vota per Meloni e per la destra. Che dire... grazie Enrì!».  

Una polarizzazione dello scontro, preziosa per succhiare voti a Lega e Forza Italia, che spinge la presidente di FdI ad inquadrare nel mirino il segretario del Pd appena sbarcata a L'Aquila: «Atteso che nella vita io ho altri problemi rispetto a farmi dare delle patenti di democrazia da Enrico Letta, ho sentito in questa campagna elettorale una serie di dichiarazioni surreali, come quella di vederci come pericolo per la democrazia.

Ma qual è la credibilità di forze politiche che negli ultimi dieci anni hanno sistematicamente perso le elezioni?». 

Dal palco di Villa Comunale, Meloni (candidata nel collegio uninominale) si dice «parlamentare aquilana». Parla di ricostruzione e di infrastrutture per rompere l'isolamento della Regione: «Siamo qui a parlare di infrastrutture contro un paradosso di un territorio isolato malgrado sia al centro del Paese». Esalta l'Abruzzo come «simbolo del buon governo di Marsilio e Biondi». Graffia i 5Stelle: «Dicono che non abbiamo una classe dirigente. Non è vero. Noi di sicuro non avremo Toninelli e Azzolina ministri». Attacca il Pd: «Ora basta, serve meritocrazia. La mia grande missione è costruire una nazione in cui la gente va avanti indipendentemente dalla tessera di partito che ha in tasca. Vale il merito. Se vali, vali. Se non vali, non vali. Non è vero che uno vale uno».

E qui scatta un passaggio dedicato ad attori, cantanti etc che attaccano FdI. «La domanda è: secondo voi com'è possibile che non ci sia nel mondo dello spettacolo qualcuno che la pensi come noi? Siamo stimati al 25%. Se c'è perché non parla? È possibile che se parla le sue possibilità di crescere nel mondo dello spettacolo possano ridursi? È questa la democrazia dei democratici?». 

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Non può mancare un capitolo dedicato alla crisi energetica. Meloni scandisce un nuovo sì al tetto del prezzo del gas. Annuncia che sarà lei, «a livello nazionale, se non lo fa immediatamente l'Europa, a separare il prezzo dell'elettricità da quello del gas». Risparmio: «3-4 miliardi secondo i nostri studi». Descrive un futuro dell'Italia come «hub energetico»: «Abbiamo il mare, i gasdotti, siamo una piattaforma nel Mediterraneo. Dovremmo essere la porta d'Europa: se avessimo le infrastrutture dreneremmo 70 miliardi di euro». C'è spazio anche per una risposta a Giuseppe Conte che ha paventato il rischio di «una guerra civile» se fosse tolto il reddito di cittadinanza: «Quando FdI realizzerà il suo progetto, dare assistenza a chi non può lavorare e immaginare un posto di lavoro per chi può lavorare, non ci sarà in Italia nessuna rivolta. Nessuna rivoluzione». 

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