Nasce il governo Conte: 18 ministri, solo cinque donne. E due napoletani nella squadra

Nasce il governo Conte: 18 ministri, solo cinque donne. E due napoletani nella squadra
di Mauro Evangelisti e Diodato Pirone
Venerdì 1 Giugno 2018, 06:45 - Ultimo agg. 12:23
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I numeri del governo Conte sono chiari: diciotto ministri, ma la squadra arriva a venti con premier e sottosegretario alla presidenza del consiglio, il primo 5Stelle e il secondo leghista. Nove ministeri portano la casacca dei Cinquestelle, sette dei leghisti (arruolando anche l'economista Paolo Savona fra gli uomini vicini a Matteo Salvini), due «tecnici» di garanzia all'Economia e agli Esteri.

La suddivisione dei ministeri fra le due forze politiche sostanzialmente rispecchia gli intramontabili criteri del manuale Cencelli. La Lega si assicura dicasteri pesanti come gli Interni (Salvini) e l'Istruzione (Bussetti). I 5Stelle rispondono con uno schieramento più articolato nel quale spicca il caso dell'accorpamento nelle mani di Luigi Di Maio di due ministeri di gran peso come lo Sviluppo e il Lavoro. Se il ministro sarà uno solo non è ancora chiaro se le due strutture burocratiche saranno accorpate o mano. L'eventuale unificazione sarebbe però un'operazione titanica e molto complicata. Nel carniere pentastellato anche due dicasteri strategici come Infrastrutture (Toninelli) e, soprattutto Giustizia (Bonafede) e Beni Culturali (Bonisoli).
 
Le donne sono cinque e quasi tutte, curiosamente, andranno ad occupare ministeri che anche nel governo Gentiloni erano affidati a donne.

Sul piano geografico si registra una massiccia presenza di lombardi, perché ai ministri del Carroccio - che ha raccolto il grosso dei voti al Nord - se ne sono aggiunti due (Toninelli e Bonisoli) pentastellati: in tutto saranno sei, cioè un ministro ogni tre arriva dalla regione di Salvini. Ma anche i siciliani non scherzano con Bonafede (Giustizia), Grillo (Sanità) e Bongiorno (Pubblica Amministrazione); due i veneti con Fontana e Stefani e due i campani con Di Maio e Costa (Ambiente).

Scarsa la presenza di Roma e del Lazio, solo Elisabetta Trenta, la pentastellata che si insedierà alla Difesa, risulta avere radici a Velletri. Va aggiunto poi il nome di Giovanni Tria, presidente della facoltà di Economia di Tor Vergata. Altro dato interessante: nessuno dei leader o dei militanti storici del Movimento 5 Stelle di Roma o del Lazio è stato chiamato a fare parte del primo governo giallo-verde. Altro elemento significativo: vedremo cosa accadrà con i sottosegretari ma la presenza nel nuovo esecutivo delle regioni rosse o «ex rosse», come Toscana ed Emilia-Romagna, è praticamente azzerata.

Merita una sottolineatura il fatto che sul piano delle professioni il governo dei populisti non rompe l'antica tradizione italiana segnata dalla massiccia presenza in politica di avvocati: ce ne sono almeno tre. Una, decisamente famosa, come Giulia Bongiorno, poi ci sono la leghista Erika Stefani e il pentastellato Alfonso Bonafede. E naturalmente il premier Giuseppe Conte che insegna anche giurisprudenza all'Università. Toninelli invece risulta solo laureato in Giurisprudenza. È stato però carabiniere e sarà al governo con un generale dell'Arma, Sergio Costa, che proviene sì dalla Forestale dove ha guidato l'inchiesta sulla Terra dei Fuochi, ma ora è generale di Brigata dei carabinieri. Anche il mondo universitario è ben rappresentato con Tria e Conte.

Dal punto di vista generazionale Paolo Savona è quello dall'esperienza più lunga visto che ha 82 anni, mentre il più giovane è proprio Luigi Di Maio visto che ha 32 anni. In generale la maggioranza ha un'età compresa tra i 40 e i 50 anni e dunque sono ben rappresentati coloro che sono nati tra il 1960 e il 1970.

Uno degli uomini chiave di questo governo è senza dubbio Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza, lunga esperienza parlamentare e la fama di uomo del dialogo anche con i partiti dell'opposizione. Resta comunque una formazione atipica della compagine: la guida a un tecnico come Conte, le due vicepresidenze con dicasteri pesanti ai due leader dei partiti, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, con la pesante presenza di un economista come Paolo Savona.

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