Legge elettorale, Alfano: «Sostegno al governo, accettiamo la sfida del 5%»

Alfano e Renzi
Alfano e Renzi
Giovedì 1 Giugno 2017, 14:40 - Ultimo agg. 2 Giugno, 10:42
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Il leader di Ap Angelino Alfano rompe con Matteo Renzi e annuncia: finita la collaborazione con il Pd. «La mia collaborazione con il Pd è conclusa», ha affermato Alfano al termine della Direzione del partito. La soglia del 5% sarà «la scintilla per organizzare una rappresentanza di liberali e popolari che tutti i sondaggi dicono possa superare il 10%», aggiunge incaricando Maurizio Lupi di fare da ambasciatore con gli altri soggetti centristi. «Noi continueremo a sostenere il governo Gentiloni e non faremo ostruzionismo sulla legge elettorale. Accettiamo la sfida del 5% e non presenteremo emendamenti per abbassarla», ha affermato ancora Alfano.

«In Italia, più di ogni altro Paese europeo i populisti, fra M5S e Lega, sono quasi al 50% e il problema di Renzi qual è? Alfano! E qual è il delitto commesso da Alfano? Non aver fatto cadere Gentiloni già nel mese di febbraio. E perché bisognava e bisogna far cadere Gentiloni? Perché il nostro vuole la rivincita, dopo il referendum. Perché gli è stato tolto il giocattolo del governo e adesso lo rivuole». Gli alfaniani, tramite Sergio Pizzolante, componente della segreteria nazionale di Alternativa popolare, erano già andati all'attacco dopo la stilettata dell'ex premier a Porta a Porta.

«Renzi - ha proseguito Pizzolante - è uno strano fenomeno. Se non ha un nemico da insultare o da rasserenare, non sta bene. D'Alema, Bersani, Letta, Cuperlo, Orlando e adesso Alfano e Gentiloni. È un capo che divide e si alimenta d'odio. Gli ritornerà tutto contro. Non riavrà il giocattolo. Un altro prima di Renzi aveva detto: "molti nemici molto onore". Non ha fatto una bella fine».

«Pizzolante è una persona seria, non smentisco», ha poi detto Alfano soffermandosi sulle parole di Pizzolante che ha parlato di pressioni da parte di Renzi per far cadere il governo a febbraio. «Una certa agitazione c'è da mesi», prosegue Alfano ribadendo una domanda «semplice» a Renzi: «vuol far cadere anche Gentiloni o no?». Alfano fa riferimento all'intervista del deputato Ncd Sergio Pizzolante a Repubblica tv: «Renzi - dice Pizzolante - ha la smania di prendersi la rivincita della sconfitta sonora del referendum dal 4 dicembre. Per questo, Renzi da febbraio ci chiede di far fuori Gentiloni. In cambio ci ha detto: la legge elettorale scrivetevela voi». 


Alla direzione di Ap, a Roma, è stato tutto uno sfogatoio anti Renzi. Nella sede di via del governo Vecchio sono arrivati alla spicciolata tutti i vertici del partito. Bocche cucite per lo più. A parlare con i giornalisti all'ingresso solo pochi parlamentari. La linea del partito, raccontano, non cambia: «Siamo responsabili, non saremo certo noi a far cadere il governo Gentiloni, ora bisogna pensare ad una aggregazione di centro per ripartire e cercare di raggiungere il 5%, non abbiamo paura di questa soglia». Cicchitto non usa mezzi termini per criticare il segretario Dem: «Non gli daremo la macabra soddisfazione di rompere e togliere il sostegno all'esecutivo guidato da Gentiloni».  

Resta il nodo della leadership del futuro soggetto di centro moderato alternativo alla destra sovranista e al blocco Fi-Pd-M5S. Oggi Stefano Parisi ha invitato Alfano a rompere con i renziani per poi dar vita a una federazione: «Ap sta davanti a un bivio: deve rompere con il renzismo e le sue politiche». In queste ore è sempre più forte il pressing di una parte di Ap che sollecita Alfano a fare un passo indietro, lasciando la leadership della nuova cosa centrista a Parisi o qualcun altro che sia in grado di federare chi ci sta al progetto politico alternativo a Renzi.


«Uno scenario eversivo e inquietante. Questo emerge dalle parole degli esponenti alfaniani quest'oggi. È insopportabile avere il Paese sotto ricatto di Alfano e di Renzi. Il fatto che l'ex premier avrebbe chiesto al partitino di Alfano di far cadere Gentiloni per avere in cambio una legge elettorale su misura è la dimostrazione che questo personaggio non sa cosa sia la democrazia. Renzi è un personaggio pericoloso», ha detto all'agenzia Ansa Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera.

«L'accordo sulla legge elettorale non è affatto sancito. In queste ore si lavora ancora in Commissione perché l'emendamento Fiano crea delle nuove problematiche». Così il deputato di M5S e presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai Roberto Fico, parlando con i giornalisti a Napoli. «Se i problemi saranno risolti, bene - ha aggiunto Fico - diversamente continueremo a riunire il gruppo parlamentare, che ieri ha lavorato fino a
mezzanotte, per valutare il da farsi, ma non c'è niente di scontato». 

 

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