Meloni blinda le legge sui capitali: «Porterà investimenti». Provvedimento atteso in aula a gennaio

Stop ai meccanismi che «perpetuano all’infinito i cda a prescindere dai soci»

Meloni blinda le legge sui capitali: «Porterà investimenti». Provvedimento atteso in aula a gennaio
Meloni blinda le legge sui capitali: «Porterà investimenti». Provvedimento atteso in aula a gennaio
di Andrea Bassi
Venerdì 5 Gennaio 2024, 00:14 - Ultimo agg. 6 Gennaio, 14:04
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Le parole, per citare un celebre film, sono importanti. Se poi a pronunciarle è il presidente del Consiglio, sono anche pesanti. E Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di ieri con i giornalisti, ha affermato alcuni concetti chiari, blindando di fatto il percorso parlamentare del disegno di legge “capitali”. Il primo concetto espresso è che non è vero che il provvedimento allontana gli investitori. Semmai è il contrario. «Penso che questa lettura che è stata data non sia corretta, cioè», ha detto Meloni, «la lettura per la quale si rischia di rendere ingovernabile e si rischia di allontanare gli investimenti». In realtà, ed è il secondo concetto espresso dal premier, «quello che questa norma fa, è di fatto limitare il meccanismo attraverso cui in alcuni casi si perpetuano all’infinito i cda, a prescindere dai soci. E chiaramente al mercato una previsione che rafforza il peso degli azionisti piace. Io - ha concluso Meloni - ci vedo una norma che consente di avvicinare gli investimenti rispetto a qualcosa che non ha sempre funzionato in passato».

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IL PASSAGGIO
Il riferimento è alla norma più dibattuta contenuta nel disegno di legge che nei prossimi giorni dovrebbe avere il via libera definitivo dall’aula della Camera: la lista del cda.

Una norma che corregge una prassi mutuata, male, dal sistema americano, per cui è lo stesso consiglio di amministrazione uscente a proporre all’assemblea dei soci i propri successori. Ma in America la struttura societaria dei grandi gruppi è profondamente diversa. L’azionariato è molto frammentato, e senza soci di riferimento il cda svolge un reale ruolo di supplenza. In Italia dove invece soci con importanti partecipazioni sono presenti in molte delle società quotate in Borsa, la lista del cda è stata più spesso usata dai manager per procrastinare il proprio potere in una forma di “autocrazia” societaria. È proprio questo il punto colto da Giorgia Meloni quando ha parlato di una perpetuazione all’infinito dei manager a prescindere dai soci. Va ristabilito, insomma, un principio di democrazia nel governo dei grandi gruppi nazionali. Anche per sottrarli alle scorribande di fondi che agiscono sovente con un’ottica speculativa di brevissimo periodo e che trovano una loro convenienza ad appoggiare le liste dei manager. 

IL MECCANISMO
Cosa cambierà una volta che il provvedimento sarà approvato? Innanzitutto che la lista del cda non potrà essere più “imposta” da una semplice maggioranza del consiglio uscente, ma servirà il voto favorevole di due terzi dei consiglieri. La lista, poi, dovrà essere “lunga”. Il numero dei candidati al consiglio dovrà cioè essere superiore di un terzo a quelli da eleggere. Questa sì, una buona prassi mutuata dal sistema anglosassone, che permette di votare singolarmente i consiglieri della lista del cda. Del resto a Meloni le liste bloccate non piacciono in politica (lo ha ribadito ieri), è coerente dunque che lo stesso principio debba valere nella democrazia societaria. Così come, sempre parlando di democrazia, il ddl capitali contiene un altro concetto semplice quanto fondamentale: la distribuzione proporzionale dei posti in consiglio in base ai voti ricevuti. Se una lista di minoranza prende il 20% dei voti ha diritto al 20% dei posti. Oggi vige un concetto diverso, quello del “winner takes all”, il vincitore prende tutto. Anche se ha pochi voti di scarto rispetto alla lista arrivata seconda. Difficile insomma, che queste regole di buon senso possano spaventare gli investitori. Al ddl capitali manca solo un ultimo voto. È in programma per gennaio. La data si saprà una volta che la Camera, ripresi i lavori dopo le ferie natalizie, avrà stabilito il nuovo calendario. Ma la strada ormai appare spianata. 

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