Regionali Abruzzo: quando e come si vota, chi sono i candidati in corsa e lo spoglio

Domenica dalle 7 alle 23 seggi aperti per eleggere il presidente della Regione e il consiglio regionale. Spoglio nella notte: niente voto disgiunto

Marco Marsilio e Luciano D'Amico
Marco Marsilio e Luciano D'Amico
di Andrea Bulleri
Sabato 9 Marzo 2024, 13:43 - Ultimo agg. 10 Marzo, 11:59
4 Minuti di Lettura

Scelta secca. Di qua o di là. E' una sfida a due quella che si apre domenica 10 marzo in Abruzzo, per scegliere chi governerà la Regione per i prossimi cinque anni. Centrodestra contro centrosinistra, senza terze opzioni né possibilità di voto disgiunto. Si vota in un'unica giornata e su un'unica scheda, con cui si eleggeranno sia il governatore sia i 31 membri del Consiglio regionale. E al vincitore spetterà un premio di maggioranza variabile, tra il 60 e il 65 per cento dei seggi.

Le urne e lo spoglio

Le urne resteranno aperte dalle 7 alle 23.

E subito dopo comincerà lo spoglio. Per conoscere l'esito delle consultazioni dovrebbe volerci qualche ora: molto dipenderà dallo scarto tra i due candidati governatori, che più sarà elevato più permetterà di "chiamare" prima la vittoria. Ma le previsioni dicono che ci vorrà meno tempo rispetto a quanto accaduto in Sardegna, dove il risultato definitivo si è saputo solo nei giorni seguenti. 

Come si vota

Scelta secca, si diceva. La scheda sarà divisa in due: da una parte, le liste che sostengono il candidato presidente del centrodestra Marco Marsilio. Si tratta di Fratelli d'Italia, Forza Italia, Lega, Noi Moderati, Udc e la civica Marsilio Presidente. Dall'altra, i simboli che appoggiano lo sfidante del centrosinistra Luciano D'Amico: Pd, Movimento 5 stelle, Alleanza verdi-sinistra, Azione, Italia viva e la civica D'Amico presidente.

L'elettore può tracciare una croce sul nome del candidato presidente che preferisce (e in quel caso il voto non si trasferisce alle liste collegate), oppure può barrare il segno di una delle liste (e in quel caso il voto si estende anche al candidato presidente che esse appoggiano). Si possono anche barrare sia il simbolo che il nome, purché i due siano collegati: a differenza di quanto previsto per le elezioni sarde infatti, non è prevista la possibilità di voto disgiunto. Per fare un esempio, non si può barrare una lista di centrosinistra e contemporaneamente scegliere il candidato presidente del centrodestra (o viceversa). Motivo per cui lo spoglio dovrebbe procedere più rapidamente. 

Alle liste collegate al vincitore è assegnato un premio di maggioranza pari ad almeno il 60 per cento dei seggi, ma non superiore al 65. Sono previste anche soglie di sbarramento: del 2 per cento per i partiti e movimenti che corrono in coalizione, del 4 per quelli non coalizzati. 

I candidati

Ma chi sono i candidati? Per il centrodestra corre il governatore uscente Marco Marsilio, di Fratelli d'Italia, sostenuto da tutti i partiti di maggioranza. Cinquantasei anni, Marsilio era stato eletto presidente dell'Abruzzo per la prima volta nel 2019, diventando il primo governatore nella storia del partito meloniano. Militante nelle giovanili dell'Msi alla sezione romana di Colle Oppio, quella in cui si avvicinò alla politica pure Giorgia Meloni, Marsilio ha vestito i panni di senatore per FdI dal 2018 al 2019. Prima ancora era stato deputato col Popolo della Libertà, dal 2008 al 2013. Su di lui il centrodestra punta molto: alle Politiche del 2022, il partito meloniano in Abruzzo è stata la lista più votata, con oltre il 27 per cento. E la stessa premier Meloni è stata eletta nel collegio uninominale dell'Aquila.

Lo sfidante del centrosinistra è Luciano D'Amico. Sessantaquattro anni, è ordinario di economia aziendale all'università di Teramo, di cui per cinque anni è stato rettore. Poi ha guidato la società di trasporto pubblico abruzzese Tua. Candidato civico, è sostenuto dal campo "larghissimo" di Pd, Cinquestelle, Azione, Italia viva e Verdi-sinistra. Ed è per questo che la sua corsa è vista come un termometro per testare il possibile ritorno (anche sul piano nazionale) di un asse "rosso-giallo". E molti, nel campo del centrosinistra, sostengono che la vittoria del fronte Pd-5S in Sardegna potrebbe spostare una quota di indecisi a suo favore. Chissà. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA