Durante la sperimentazione i 18 pazienti testati, che avevano subito il loro primo e unico ictus tra 6 mesi e 3 anni prima di ricevere le iniezioni, sono rimasti coscienti e sottoposti a leggera anestesia. La procedura prevedeva l'esecuzione di un piccolo foro nel cranio, un'invasività minima che ha consentito di rimandarli tutti a casa il giorno dopo. Anche se più di tre quarti ha sofferto di mal di testa transitori dopo il test, probabilmente a causa della prrocedura chirurgica e dei vincoli fisici impiegati per assicurare l'accuratezza del trial, non ci sono stati effetti collaterali imputabili alle cellule staminali.
Ma oltre alla sicurezza è emerso anche un buon profilo di efficacia: Sonia Olea Coontz, di Long Beach, in California, è stata una dei pazienti trattati.
Ha 36 anni e ha avuto un ictus a maggio del 2011. Si è iscritta al trial di Stanford dopo aver scoperto dell'avvio della sperimentazione on line. «Il mio braccio destro non funzionava affatto, la gamba destra poco. Camminavo zoppicando e ho usato una sedia a rotelle per molto tempo». Ma dopo l'intervento «è come se questi arti si fossero risvegliati», ha raccontato. E infatti gli autori dicono di aver notato miglioramenti sostanziali nei punteggi dei pazienti relativi al recupero dai danni dell'ictus. I risultati promettenti preparano ora il terreno per un trial più esteso: un nuovo studio su 156 pazienti è in corso di organizzazione.