Sarcoma di Ewing, bambino di 2 anni salvato dal tumore con la terapia made in Naples

Sarcoma di Ewing, bambino di 2 anni salvato dal tumore con la terapia made in Naples
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 9 Dicembre 2020, 11:05 - Ultimo agg. 11:20
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La buona sanità a Napoli. Al di là di ogni polemica, di ogni retorica o colpo basso, - e per di più in piena emergenza Covid - i medici dell'azienda ospedaliera Santobono-Pausilipon scrivono una pagina storica nella lotta all'oncologia pediatrica. Sconfitta grazie ad una terapia innovativa una rara forma tumorale che aveva colpito un bimbo di appena due anni. 

Pasqualino - lo chiameremo così, con un nome di fantasia - nasce nel 2018 ma alla fine della primavera scorsa sviluppa una terribile patologia: si scopre che è affetto dal Sarcoma di Ewing.

Una diagnosi terribile che pone i genitori del bimbo in un profondo e disperato stato di prostrazione. Si tratta di una forma tumorale che può insorgere a tutte le età, ma che si manifesta prevalentemente nei bambini e negli adolescenti. La maggior parte dei tumori di Ewing si sviluppa nelle ossa, in particolare in quelle del bacino, del torace e degli arti: ma nel caso di Pasqualino il male ha aggredito una vertebra cervicale, particolare che rende ancor più complicata la patologia. 

Entrano in gioco i sanitari del Santobono-Pausilipon, con in prima linea il primario Massimo Eraldo Abate, direttore della Struttura Complessa di Oncologia Pediatrica del nosocomio napoletano. Pugliese di nascita, il dottor Abate si è formato lavorando a Bologna e Parigi, prima di approdare nel capoluogo campano. E se oggi quella di Pasqualino è una storia a lieto fine lo si deve al protocollo sanitario e alle relative terapie innovative applicate al Santobono-Pausilipon: tecniche che sono peraltro state illustrate anche all'ultimo congresso della prestigiosa Connective Tissue Oncology Society. 

C'è una sola parola utile a descrivere il successo scientifico di una terapia innovativa che da oggi consentirà a tanti altri sfortunati bimbi di non dover vivere un viaggio della speranza verso le strutture specializzate del Nord: eccellenza. A imprimere una svolta decisiva al decorso della terribile malattia è stato il protocollo che porta le firme di due primari meridionali: Massimo Abate e Paolo Muto, direttore del Reparto di radioterapia oncologica presso l'azienda ospedaliera Pascale, con il fondamentale supporto della dottoressa Emma D'Ippolito. Si tenga conto poi di altri due fattori: il trattamento sanitario di Pasqualino è stato messo in atto in piena emergenza Covid, con molti ospedali cittadini in fase di emergenza; e - cosa forse ancor più importante - il nuovo protocollo che ha salvato la vita al bimbo apre le porte alla speranza di tanti altri piccoli affetti da patologie oncologiche che necessitano di approcci terapeutici complessi e multidisciplinari che vedono coinvolti il chirurgo, l'oncologo pediatra e il radioterapista. «Il successo dei trattamenti cui è stato sottoposto il piccolo paziente - spiegano Abate e Muto - è frutto di un grande lavoro di squadra tra le nostre rispettive equipes». Una sinergia vincente. Dopo aver sottoposto Pasqualino ad un delicatissimo intervento chirurgico effettuato in urgenza dall'equipe del dottor Cinalli per rimuovere la massa tumorale nella zona cervicale i primari notarono che su una vertebra era rimasto un residuo. E così si decise di sottoporre il bimbo ad una terapia intensiva di chemio e radioterapia: per cinque settimane Pasqualino ha resistito alle cure cui veniva sottoposto. Oggi - conferma Abate - il tumore è scomparso anche agli esami della risonanza magnetica. «Questi medici meravigliosi - commentano Erminia e Francesco, genitori del bimbo - ci hanno fatto rinascere. A loro va la nostra eterna riconoscenza».

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