Colosseo, sfregio con beffa: la 17enne che ha inciso il suo nome non si è scusata. E il padre: «Non ha fatto niente»

Con la famiglia ha poi tentato di fuggire

Colosseo, sfregio con beffa: la 17enne che ha inciso il suo nome non si è scusata. E il padre: «Non ha fatto niente»
Colosseo, sfregio con beffa: la 17enne che ha inciso il suo nome non si è scusata. E il padre: «Non ha fatto niente»
di Alessia Marani
Domenica 16 Luglio 2023, 09:14 - Ultimo agg. 17 Luglio, 05:53
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Non solo non ha chiesto scusa, né ha tentato di giustificarsi, ma la turista svizzera di 17 anni che l'altro pomeriggio è stata fermata dai carabinieri per avere inciso sulle pareti del Colosseo il proprio nome, pensava di avere fatto addirittura qualcosa che meritasse un applauso. Una inconsapevolezza disarmante. E quando, lei e la sua famiglia, padre, madre e fidanzatino, si sono resi conto che un gruppo di altri visitatori stranieri con la loro guida turistica romana li stava rimproverando per quell'incredibile sfregio al monumento simbolo della Capitale e patrimonio del mondo intero, si sono persino risentiti stizziti, tentando una precipitosa fuga. Ma sono stati inseguiti, placcati e di fatto consegnati alla security della Soprintendenza. «Ma è solo una ragazzina, non ha fatto niente», ha provato a difenderla a oltranza il padre. Portata in caserma, invece, la 17enne è stata denunciata e ora rischia il carcere fino a 5 anni e una multa fino a 15mila euro.

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IL VIDEO

A raccontare quanto avvenuto è David Battaglino, la guida turistica di 43 anni che venerdì pomeriggio è intervenuta e ha ripreso con il suo smartphone la ragazzina che con un sassolino era intenta a sfregiare gli antichi laterizi.

Nel video si vede la 17enne di spalle che comincia a incidere le lettere, poi a un certo punto, proprio David, vedendo che continuava imperterrita nonostante ormai avesse gli occhi addosso dell'intero gruppo, le ha domandato ironico in inglese: «Vuoi anche un applauso?».

 

Lei dapprima si è voltata sorridendo, mentre gli altri visitatori, americani, australiani e messicani, in segno di scherno hanno cominciato a batterle le mani. Poi imbarazzata ha indietreggiato verso la sua famiglia che era poco distante. «É incredibile, ma io per essere certo che non se ne andassero e quel gesto rimanesse impunito, ho scattato loro delle foto - spiega ancora la guida turistica - il ragazzo se ne è accorto e si è messo addirittura in posa, ridendo e mostrando i muscoli. Insomma non si stavano proprio rendendo conto della gravità del fatto». Poco prima un turista messicano aveva visto lo stesso ragazzo incidere qualcosa sul muro. Probabilmente il suo nome, "Luca". «Ma di questo non abbiamo le prove», aggiunge Battaglino.

L'OLTRAGGIO

Tutto si consuma in pochi istanti. La famiglia svizzera capisce (finalmente) di avere fatto qualcosa vietata dalla legge. E tenta di allontanarsi. «Noi, però, io e tutto il mio gruppo, senza indugiare, iniziamo a seguirli. Mentre stavano per lasciare il Colosseo ci siamo imbattuti in un addetto alla sicurezza che stava aiutando una signora che aveva avuto un colpo di calore, allertandolo. Il vigilante non ha perso tempo e si è affrettato a chiedere i documenti ai genitori della ragazza. Il padre non voleva esibirli, quindi ha cercato di giustificarla, minimizzando assolutamente il fatto». Battaglino è di casa al Colosseo. «Adoro questo posto, è davvero la mia seconda casa e provo una rabbia incredibile nel vedere che giorno dopo giorno le incisioni sulle pareti aumentano. Soprattutto in primavera quando nell'anfiteatro entrano orde di scolaresche. I visitatori che l'altro giorno erano al mio seguito - aggiunge - erano esterrefatti che quella intera famiglia non percepisse affatto la gravità di quello che era successo. Servirebbero dei cartelli di divieto ben evidenti. Bisognerebbe mettere una "taglia" su chi viene sorpreso a sfregiare il monumento. Non si possono più tollerare certi oltraggi alla storia».
 

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