Centro Storico di Napoli, lo scempio dell’antica pavimentazione aragonese: «Inconcepibile pressappochismo»

ln Vico San Nicola a Nilo nel 2020 la scoperta archeologica e poi l'abbandono

Lo scempio dell’antica pavimentazione aragonese
Lo scempio dell’antica pavimentazione aragonese
di Antonio Folle
Sabato 9 Settembre 2023, 17:07 - Ultimo agg. 10 Settembre, 08:25
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Napoli è quella città dalle molteplici anime dove, in pochi chilometri quadrati, convivono diverse facce di una stessa medaglia: dai modernissimi e tanto criticati pizzaioli e rivenditori di cibi d’asporto alle antiche chiese, passando per monumenti che attirano migliaia di turisti ogni anno affiancati dai murales dedicati a Maradona.

Nell’ormai lontano 2020 la scoperta a vico San Nicola a Nilo di un intero tratto di pavimentazione realizzato in opus spicatum, una tecnica costruttiva romana che prevedeva l’installazione a “spina di pesce” di basoli di pietra, aveva fatto compiere salti di gioia agli amanti della storia e dell’ archeologia che immaginavano la valorizzazione del sito e una sua rifunzionalizzazione in chiave turistica. 

E invece, a distanza di tre anni, niente di tutto questo è avvenuto.

Non solo il sito è semi-abbandonato, ma si è trasformato in un ricettacolo di rifiuti, abbandonati ogni giorno da quegli incivili che agiscono incuranti dell’importanza di salvaguardare le antiche vestigia del glorioso passato della città di Napoli. E nell’attuale degrado, come denuncia il presidente dell’associazione I Sedili di Napoli Giuseppe Serroni, c’è molta responsabilità da parte di Comune e Sovrintendenza. Subito dopo la scoperta del sito - scoperta fortuita, avvenuta a seguito di alcuni scavi per lavori stradali - fu infatti deciso di salvaguardare la pavimentazione riscoperta, ma il progetto di coprirla con una lastra di plexiglass trasparente per permetterne la fruizione e, nel contempo, per salvarla dagli “insulti” da parte degli immancabili incivili fu accantonato in favore di una più economica ringhiera di metallo. 

Risultato? Un sito storico trasformato in una orribile discarica. La ringhiera di metallo è stata letteralmente ricoperta di graffiti e scritte realizzate con pennarelli indelebili e l’intera area si è trasformata in una zona dove esercitarsi alla ben poco edificante pratica sportiva del “lancio della monnezza”. 

 

«Nel giugno del 2021 - denuncia Serroni - durante dei lavori di rifacimento stradale, in Vico San Nicola a Nilo, nel pieno Centro Antico di Napoli, venne alla luce appena al di sotto del basolato tipico partenopeo, un tratto dell'antica pavimentazione, probabilmente di epoca aragonese, in opus spicatum. Le Autorità competenti decisero di mantenere in vista questa importante rilevanza storica e urbanistica e si propose di ricorrere ad una protezione trasparente. Successivamente l'idea è stata abbandonata e dopo il restauro completato da mesi, si è posizionata solo una invasiva ringhiera metallica subito aggredita, tra l'altro, dai soliti graffitari. La bella pavimentazione - continua il presidente de I Sedili di Napoli - è stata infine in parte completata con una colata di cemento per riempire gli spazi vuoti ed il tutto coperto con teli in materiale sintetico. Tutto questo ha portato quindi all'abbandono di questo sito archeologico e, di conseguenza, alla trasformazione in discarica di rifiuti di ogni tipo».

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Serroni, da anni in primissima fila insieme alla sua associazione sul delicato fonte della salvaguardia della memoria storica del centro antico di Napoli, ha poi tracciato un quadro a dir poco preoccupante dello stato del centro storico Unesco: 

«È inconcepibile - dice -  il pressappochismo e l'indifferenza con cui si trattano le nostre Memorie storiche tenendo presente anche che da anni lanciamo un sempre inascoltato appello a restaurare il prezioso "Presepe Volante", Arte Povera del compianto Riccardo Dalisi che pure è presente ed abbandonato al suo destino di degrado in questo antico stenopoi dell'antica Neapolis. C'è, infine, da segnalare come anche una antica ara di epoca romana, con una dedica in greco, posta all'inizio del Vico con Via San Biagio dei librai, restaurata da una ditta privata nel corso dei lavori di sistemazione stradale, dopo pochi giorni fu decorata dai soliti vandali e, dopo due anni, nessuno ha mai pensato di provvedere alla ripulitura. Ci si chiede perché, quando si appaltano operazioni di restauro, non si preveda a carico della ditta vincitrice dell'appalto, almeno un anno di conservazione del Bene. Su San Nicola a Nilo invochiamo una risoluzione urgente. L' Unesco - l’appello di Giuseppe Serroni - concesse un Patrocinio alla Città proprio in virtù di queste importanti testimonianze e della continuità storica e sociale, ma oggi i tempi sono più che maturi, viste le continue aggressioni ai nostri monumenti perché si aggiorni e si applichi un nuovo Piano di gestione del Sito Unesco prima che il degrado diventi irreversibile».

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