Uova sul portone dei vicini e corrente staccata a tutto il palazzo, un anno alla coppia stalker dei Parioli

L’incubo durava dal 2006: contestati gli atti persecutori

Uova sul portone dei vicini e corrente staccata a tutto il palazzo, un anno alla coppia stalker dei Parioli
Uova sul portone dei vicini e corrente staccata a tutto il palazzo, un anno alla coppia stalker dei Parioli
di Andrea Noci
Mercoledì 5 Aprile 2023, 00:07
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La corrente veniva staccata per giorni, le porte e le finestre degli appartamenti imbrattate, una volta perfino con delle uova. Non si poteva parcheggiare l’automobile nel posto auto assegnato di diritto, altrimenti sarebbe stata graffiata o danneggiata in altro modo. E poi ancora, minacce di morte e aggressioni, diventate un’abitudine. Mentre pace e tranquillità ormai erano solo un ricordo. Per quattordici anni, hanno sottoposto tutti i condomini di un prestigioso palazzo in zona Parioli a un vero e proprio regime del «terrore».

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Ma ieri è arrivata la sentenza che ha messo fine all’incubo dei residenti: il giudice ha condannato a un anno e due mesi di reclusione per stalking Francesco Agnello, noto imprenditore delle acque minerali con ambizioni nel calcio, e la sua compagna, Barbara Mastrantoni, la coppia romana che per anni ha vessato i vicini di casa. 


LA VICENDA

Tutto parte nel 2006, quando la coppia inizia ad avere le prime scaramucce con gli altri condomini.

I motivi non sono chiari. Ma la tensione cresce mese dopo mese nell’elegante immobile dei Parioli, abitato, tra gli altri, nel corso degli anni, anche da diplomatici delle ambasciate del Belgio e di Israele. E quello che doveva essere un luogo di normale convivenza civile, si trasforma piano piano in una trappola. Gli inquilini sono costretti ad «attraversare le zone condivise il più velocemente possibile, muniti di cellulare e con fotocamera alla mano nel tentativo di scoraggiare azioni violente», come si legge nel capo d’imputazione. Per non parlare poi di quello che accade nei momenti di confronto che le vittime sporadicamente provano ad avere con gli imputati. Cercare di risolvere di persona, con il dialogo, sembra impossibile: il pianerottolo diventa una sorta di ring, in cui volano insulti e minacce. 


GLI INSULTI

«Vecchiaccia di m… vi manderemo via da qua; ti costringeremo a vendere le case; vi ammazziamo tutti», diceva uno degli imputati a una donna che abita nello stabile. Come si legge nel capo di imputazione, la coppia di stalker è arrivata perfino a minacciare un condomino di dar fuoco al suo appartamento. Forse non curante del fatto che avrebbe potuto bruciare tutto l’edificio. Ma le vessazioni non sono finite qui. Diversi inquilini sono stati costretti a non utilizzare il posto auto di loro proprietà, perché altrimenti le loro macchine avrebbero potuto subire conseguenze molto gravi. E, nei posti liberi, i due, si legge in una contestazione, «avrebbero parcheggiato - pur non essendo proprietari di alcun posto auto - le autovetture a loro in uso, nella rimessa condominiale». Prima di questa sentenza, per Agnello era stato disposto il divieto di avvicinamento al palazzo, mentre la compagna aveva continuato a vivere nell’appartamento. Una misura poi attenuata e trasformata in divieto di avvicinamento ai condomini. 


LA TESTIMONIANZA

Nel corso del processo, il giudice ha ascoltato pure la testimonianza dell’amministratore del condominio che in aula ha confermato come nel palazzo il clima fosse diventato insostenibile e l’ansia e la paura fossero la norma, soprattutto per le persone più anziane. «Quando mi hanno affidato l’amministrazione di quel condominio - ha riferito l’uomo al Tribunale - mi hanno subito avvisato che c’era una situazione particolare. Una volta arrivato, anche io ho avuto paura che potesse succedermi qualcosa». Per il titolare delle indagini, il pm Vincenzo Barba, gli imputati in quei quattordici anni (l’ultima querela registrata risale al 2020) hanno fatto vivere alle vittime «un perdurante stato di ansia e di paura, costringendole ad alterare le loro abitudini di vita», come ad esempio «limitare le visite di ospiti esterni al condominio e cercare di rientrare nelle proprie abitazioni accompagnate da un componente del nucleo familiare». Ma ormai per i condomini questa storia sarà solo un (bruttissimo) ricordo.
 

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