Imu e Tari a Roma, incassi record: un tesoretto da 500 milioni. Migliorano i dati sulla lotta all’evasione

Sale del 10%per cento il gettito della tassa sugli immobili e del 45 quello dei rifiuti

Imu e Tari a Roma, incassi record: un tesoretto da 500 milioni. Migliorano i dati sulla lotta all’evasione
di Gianluca Carini
Venerdì 5 Aprile 2024, 23:47 - Ultimo agg. 6 Aprile, 00:56
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Il Campidoglio incassa sempre più da Imu e Tari. Nel 2023 gli incassi relativi alla tassa sugli immobili sono cresciuti del 10% circa rispetto al 2020 (passando da un miliardo circa ad 1,15), grazie a un lavoro importante sul fronte della lotta all’evasione. Ancora migliori gli incassi derivanti dalla tassa dei rifiuti, passati dal 17% circa a oltre il 60% (la percentuale si calcola su totale di quanto accertato). In generale, invece, la capacità di riscossione rispetto al totale di quanto accertato è passata dal 59% del 2019 al 70% del 2023. In sostanza, da circa 1,7 miliardi per il 2019, Roma Capitale è arrivata ad incassare circa 2,2 miliardi nel 2023. Cinquecento milioni di euro in più che rappresentano un bel tesoretto per le casse della Capitale, a metà del mandato del sindaco Gualtieri.


I dati sono emersi durante l’ultima giunta comunale: in quella seduta infatti si è approvato il rendiconto della gestione di Roma per il 2023, ossia il documento che attesta i risultati conseguiti dal Comune sul fronte delle entrate e delle spese programmate nel bilancio.

Rendiconto che si chiuderà con un risultato vicino agli 8 miliardi di euro e che sarà ora sottoposto al voto dell’Assemblea capitolina per l’ultimo passaggio. 


I RISULTATI
Crescono anche gli accertamenti, che nel 2023 hanno toccato quota 5,6 miliardi di euro, a fronte dei 5,2 miliardi del 2022.  I risultati migliori, in ogni caso, si registrano senz’altro sul fronte della Tari: l’obiettivo è quello di arrivare a ripagare il contratto di servizio di Ama, la municipalizzata dei rifiuti, evitando che il Comune debba metterci una pezza a fine anno. Nel 2018, il servizio di riscossione della tassa sui rifiuti passò dall’Agenzia delle entrate ad Aequa Roma, società interna al Campidoglio, incaricata di andare a caccia di chi non era censito oppure, molto semplicemente, riceveva i bollettini e poi non li pagava. Con effetti negativi sull’ammontare della tassa dei rifiuti pagata dai romani e sul bilancio dell’azienda.


LE ASSUNZIONI
I risultati di Aequa sono stati positivi ma, dal primo gennaio 2024, il compito di riscuotere è passato ad Ama, che ha provveduto anche ad assumere «60 statistici a tempo determinato per mettere a posto le banche dati», necessari perché sennò «non si portano a casa molti risultati» aveva chiarito il presidente di Ama Daniele Pace nel corso dell’audizione alla Camera dello scorso 12 marzo. L’obiettivo infatti è quello di continuare l’andazzo positivo sul fronte delle riscossioni. 


Nel 2023 Ama è riuscita a chiudere il bilancio in utile, «seppur di poche migliaia di euro», ha chiarito il Pace, sempre durante la scorsa audizione a Montecitorio. Lo stesso presidente di Ama aveva poi aggiunto che, soprattutto a causa degli investimenti in corso nella municipalizzata dei rifiuti, il 2024 vedrà con tutta probabilità un bilancio in negativo. Anche per affrontare l’arrivo dei 35 milioni di pellegrini previsti per il Giubileo, Ama ha bandito a dicembre due gare per comprare 269 mezzi pesanti e avere 52mila contenitori nuovi (18.500 per la carta, il triplo di quelli disponibili oggi).


LA TASSA SULLA CASA
Per quanto riguarda l’imposta municipale unica (Imu), invece, la competenza sui controlli è rimasta in capo ad Aequa Roma, le cui attività possono portare all’emissione di avvisi di accertamento, che possono scaturire da controlli automatizzati (sulla base delle banche dati) oppure mirati. Aequa Roma, invece, non si occupa della gestione ordinaria del tributo, che rimane in capo a Roma Capitale.

 

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