In "Considera l'aragosta", David Foster Wallace si chiede: «È giusto bollire una creatura viva e senziente solo per il piacere delle nostre papille gustative?». Lo scrittore, visitato un festival dedicato al crostaceo, s'interrogava su questioni etiche descrivendo il rumore delle chele dell'animale disperato contro il coperchio del pentolone. Mi è tornato in mente pensando alla mostra di Philip Colbert inaugurata ieri a San Martino: "The lobster empire", l'impero delle aragoste, per l'appunto. Sculture dalle fattezze di cartone animato: sullo slargo da cui si vede tutta Napoli c'è l'aragosta-banana, cactus, fiore omaggio a Murakami e una con in testa la corona e intorno al collo un orinatoio omaggio a Duchamp
Per l'artista "figlioccio di Warhol", la bestiolina dei fondali marini è una sorta di alter-ego: ne ha così a cuore le sorti da aver destinato una somma a favore del loro benessere.