Salerno, lo sbarco dei minori: sono 18 e hanno meno di quattrodici anni

Per tutti i ragazzi il Comune di Salerno ha preparato per loro una calza della befana

Un momento dello sbarco a Salerno
Un momento dello sbarco a Salerno
di Petronilla Carillo
Sabato 6 Gennaio 2024, 06:25 - Ultimo agg. 12:23
4 Minuti di Lettura

Stringe forte tra le braccia una bambola di stoffa che le hanno appena regalato, cammina a passo spedito verso il bus che la porterà al centro dove è già stata predisposta l’accoglienza per lei e per la sua mamma. Le ciabatte le vanno piccole ma lei continua a camminare veloce, seguendo la fila di altri ragazzi, di poco, più grandi di lei. Ha otto anni ed una vita davanti a se per cancellare il ricordo di quella traversata e le violenze viste in Tunisia. Una responsabile dell’Ufficio delle Politiche sociali le corre dietro con un paio di pantofole rosa più grandi ed un’altra bambola. È una dei diciotto under 18 sbarcati ieri a Salerno, il più piccolo ha 17 mesi e viaggia con la sua mamma diciassettenne per ricongiungersi con i nonni che sono in Europa. La sua giovanissima mamma è incinta, di quattro settimane, si sussurra che ha subito violenza in Tunisia, quando era in attesa di partire. «Alcuni di loro hanno segni di bruciature sul corpo - racconta l’assessore alle Politiche sociali Paola De Roberto - purtroppo segni che vediamo ad ogni sbarco». Il Comune di Salerno ospiterà le due madri con i bambini, uno perchè troppo piccolo, l’altra perchè disidratata per il lungo viaggio, e altri cinque minori non accompagnati. Per tutti, però, l’assessore De Roberto ha fatto preparare delle calze con leccornie. «In fondo - dice - è sempre la notte della Befana. Speriamo che questo piccolo dono possa regalare loro un po’ di serenità e sia benaugurante per una nuova vita». 
I NUMERI
Sono sessanta i migranti arrivati ieri pomeriggio con la Ong spagnola Open Arms. Quaranta sono uomini, due le donne (entrambe con i figli piccoli) e diciotto i minori non accompagnati. A guardarli in viso si vede che sono tutti molto giovani: questa volta gli under diciotto hanno davvero il volto di dei bambini. Sei hanno meno di 14 anni. E viaggiano da soli verso la speranza. Le operazioni di sbarco, nonostante il rimorchiatore spagnolo sia arrivato in anticipo rispetto a quanto programmato in un primo momento, sono andate avanti spedite: in poco meno di 90 minuti i sessanta stranieri sono stati tutti condotti presso la caserma di via dei Carrari per essere identificati e fotosegnalati. «La macchina ormai è rodata - spiega il prefetto vicario Franca Fico - i responsabili sanitari ci dicono che non ci sono particolari problemi sanitari. Molti sono provati dalla traversata e qualcuno è disidratato». In serata un solo ragazzo è stato poi ospedalizzato perchè febbricitante. I primi a salire sulla nave sono stati gli uomini della Squadra mobile e della polizia di frontiera per verificare eventuali situazioni di irregolarità. «La cosa che è più importante in questo momento - commenta il questore di Salerno Giancarlo Conticchio - è che stiano tutti bene, in serata poi provvederemo a capire se, tra di loro, possa esserci qualche scafista. Per noi la serata è ancora lunga». Prima della partenza verso via dei Carrari, però, i poliziotti della Mobile sono andati sotto il tendone a controllare alcuni ragazzi, nella serata saranno controllati di nuovo. Poi la partenza per gli adulti: alcuni in altri centri della Campania, qualcuno nel brindisino. 
IL VOLONTARIO
«Arrivano da sei paesi differenti - spiega Mauro Di Si, coordinatore a bordo della nave - come Ghana, Senegal, Camerun, Mali, Burkina Faso e Costa d’Avorio hanno viaggiato diversi giorni prima di essere soccorsi, siamo intervenuti a seguito di una richiesta di aiuto. Sono molto spauriti, le loro storie sono tutte piuttosto simili». Quella che ha colpito i volontari a bordo del rimorchiatore è la loro giovane età e la loro consapevolezza di ciò che stavano facendo. 


L’ANNUNCIO
Quello di ieri è stato il 33esimo sbarco a Salerno.

A luglio saranno dieci anni che il Comune di Salerno è impegnato nell’assistenza ai migranti. «Stiamo pensando - dice l’assessore De Roberto - ad una serie di eventi come una mostra fotografica che racconta la storia di alcuni di loro dall’arrivo all’integrazione sul territorio». Ad integrarsi sono stati in tanti: un ragazzo arrivato minorenne ora lavora in un accorsato bar del centro, altri sono diventati mediatori culturali. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA