Babybulli nella movida e in famiglia: «Sempre più aggressivi e violenti»

Mancano strutture dedicate alle cure psichiatriche

Babybulli nella movida e in famiglia
Babybulli nella movida e in famiglia
di Viviana De Vita
Lunedì 29 Gennaio 2024, 08:19
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Quaranta ordinanze di custodia cautelare disposte nei confronti di 54 minori: di questi dieci sono stati destinatari della misura delle prescrizioni, 15 della permanenza in casa, 20 del collocamento in comunità e 9 della custodia cautelare in istituto penale minorile. Sono i dati confluiti nella relazione del capo della Procura del tribunale per i minorenni, Patrizia Imperato, a cui si aggiungono 11 procedimenti penali iscritti per rissa a carico di 30 indagati, a tradurre in numeri, le cifre del disagio e della devianza minorile nel distretto della Corte d'Appello di Salerno. Le condotte violente perpetrate dai baby criminali non sono finalizzate a reati contro il patrimonio né appaiono frutto della disparità socio economica tra aggressore e vittima: a Salerno i minori "deviati" delinquono «per affermare la propria personalità» e appartengono a «famiglie normo costituite, lontane da situazioni di disagio socio economico».

È la movida il luogo all'interno del quale si muove la criminalità minorile: «la cosiddetta movida violenta - si legge nella relazione - è diventata una vera e propria emergenza che ha richiesto più convocazioni in Prefettura del Comitato Provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica».

In quest'ottica - si legge ancora nella relazione - «una misura di prevenzione particolarmente efficace è stata l'applicazione del cosiddetto Daspo Willy, vale a dire il divieto di accesso ai locali di intrattenimento e ai pubblici esercizi per i protagonisti di disordini o atti di violenza».

È poi la famiglia l'altro luogo su cui è puntato il faro della Procura poiché il dato più allarmante in ordine agli atti di violenza messi in atto dai minori è rappresentato proprio dalla circostanza che i reati più gravi sono perpetrati tra le mura domestiche. È una «banalità del male» quella di cui parla la Procuratrice Imperato, sintomatica di «una deriva dei rapporti familiari tale da generare relazioni disturbate o comunque poco sane culminate in atti di sopraffazione come espressione di inspiegabile odio». Minori sempre più violenti, quindi, ma anche tanto fragili: la relazione della Procura del tribunale per i minorenni ci consegna un quadro a tinte fosche poiché troppi adolescenti che delinquono sono affetti da problematiche psichiatriche e «una delle principali criticità del sistema di tutela dei minori in situazioni di particolare fragilità, è rappresentata dall'assenza sull'intero territorio regionale di strutture dedicate alla cura delle problematiche psichiatriche, le cosiddette comunità terapeutiche».

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Attualmente nel distretto di Salerno esiste una sola Sirmiv, struttura intermedia residenziale per minori a intensità variabile, di recentissima costituzione. La struttura, sita nel territorio di Giffoni, ospita ragazzini dai 10 ai 17 anni e come le altre strutture così articolate, presenta notevoli criticità tra cui la mancanza di dialogo tra Autorità giudiziaria minorile ed Asl. Solo di recente si è concluso, con la definizione di un accordo tra Regione Campania e Ministero della Giustizia, il lungo percorso finalizzato alla costituzione di una comunità di tipo socio sanitario per l'inserimento di minori con disagio psichico o problematiche di dipendenza.

La comunità avrà la finalità di rispondere ai nuovi disagi giovanili. «Nell'attesa che si concludano le procedure per la concessione dei servizi integrati socio sanitari - si legge nella relazione - resta una vera e propria emergenza quella dei minori che mettono in atto comportamenti aggressivi e violenti, spesso per fini estorsivi, in ragione della loro tossicodipendenza e commettono reati da codice rosso a danno dei familiari. Si è infatti registrato un aumento, rispetto all'anno passato, dei procedimenti penali per stalking e minacce (62 rispetto ai 41 del periodo precedente)».

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